Il film della settimana: Hitchcock

Hitchcock, di Sacha Gervasi, con Antony Hopkins, Helen Mirren, USA, anno 2013, durata 98 minuti, genere biografico.

Il film dell’esordiente Gervasi si concentra sui rapporti tra Hitchcock e la moglie, durante il periodo della loro vita che vedeva la ideazione, progettazione, esecuzione, esordio del famoso film Psycho, il più grande successo commerciale del grande regista inglese.

La moglie, molto colta, amante e consulente professionale del ben scrivere, intelligente e intraprendente, collaborò al film Psycho suggerendo alcune innovazioni audaci, come la morte del personaggio  protagonista, interpretata dalla bella Janet  Leigh,  dopo appena mezz’ora dall’inizio del film, cosa considerata all’epoca controcorrente (1960) e che risulterà decisiva per il successo del film in quanto lo spettatore rimarrà, dopo la morte della protagonista e per quasi tutta la durata del resto del film, con un immaginario straziato, compensabile solo da una giustizia finale che però non arriverà mai, perché diverse saranno le responsabilità dell’omicidio fino a sfumare nel costume di un’epoca.

Alcune tracce sceniche, disseminate qua e là da Hitchcock per ingannare a fin di bene lo spettatore, renderanno il finale  ancora più sorprendente lasciando lo spettatore stupito per come il cinema sia riuscito a trovare una soluzione altra, più meditativa, ma altrettanto soddisfacente, al suo bisogno di giustizia sorto dopo  l’omicidio della protagonista nella doccia.

Grossi i problemi avuti da Hitchcock con la censura, che non gradiva il water nella camera della doccia messo in primo piano più volte per cercarvi indizi al suo interno sull’omicidio della protagonista, né i seni nudi dell’attrice prospettati inizialmente dal regista alla censura riguardanti la scena chiave della doccia, di quest’ultima per avere il visto della censura si è dovuto girare la scena dell’omicidio al rallentatore, da innumerevoli angolazioni e poi nel montaggio accelerare il tutto, cosa che fece sì di non far percepire allo spettatore la nudità dei seni.

La scena, per una sorta di enigmatica ironia, risultò molto più potente di quella prevista inizialmente dalla sceneggiatura, piacque così tanto ai critici che finirono per considerala, nel suo insieme (con l’arrivo, anche, dietro le tende di una persona dal volto oscuro, misteriosa, con in mano un grande coltello), una delle più efficaci, nel creare paura, di tutta la storia del cinema del genere thriller.

Il film mette bene in risalto anche la gelosia di Hitchcock verso la moglie. Quest’ultima amava, per lo più, vista la fama di cui godeva nel mondo del cinema il marito, tenerlo sulle spine, anche per capire quanto la amasse ancora dopo il grande successo dei suoi film. La donna frequentava in coppia propri amici soprattutto quelli che le chiedevano una supervisione delle proprie opere letterarie, essa amava lavorare con loro in luoghi belli e molto appartati, sulle rive del mare, cosa che all’epoca non avrebbe lasciato indifferente alcun marito amante della propria moglie.

Grande interpretazione di Helen Mirrer nella parte della moglie di Hitchcock.

  Biagio Giordano

 

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