IL DISONORE E LA VERGOGNA

Oggi ho assistito al primo Consiglio provinciale dopo il terremoto che ha portato all’obbligo di dimora dell’ormai ex Segretario generale e alla spaccatura dell’asse PD-Cambiamo, con restituzione delle deleghe da parte del centrosinistra. La seduta è stata surreale, come se nulla di tutto ciò fosse avvenuto: il Presidente dichiara semplicemente che c’è un nuovo Segretario, a momenti nemmeno presentandola, come se il motivo del cambio fosse dovuto a degli eventi marginali e di poco conto, e non a gravi comportamenti e atteggiamenti coperti da gran parte della politica e noti da tempo a Sindaci e consiglieri provinciali. Apprezzabile la replica del consigliere Molinaro che ha ribadito come un certo clima intimidatorio e di tensione aleggiasse negli uffici provinciali da anni (prima della seduta mi ha anche mostrato i vari messaggi “affissi” in alcuni uffici dai dipendenti, in difesa della loro dignità come persone e messa a dura prova in questi anni).
Per il resto ho trovato disonorevole e vergognoso che nessuno, né il Presidente, né i presunti progressisti, abbia speso parole di scuse nei confronti dell’intera struttura. La letterina letta in apertura da Olivieri sembra quasi ignorare gli avvenimenti delle ultime settimane, peraltro da tempo denunciati dagli stessi dipendenti, nel silenzio della politica e dei sindacati. Certo, il lavoro va avanti, ma qualcuno dovrebbe chiedere umilmente scusa, con il cappello in mano, attraverso un semplice atto: le dimissioni.
Altrettanto patetico il comportamento del centrosinistra: dopo tutte le polemiche e i tira e molla, sono arrivati a restituire le deleghe al presidente. Peccato che oggi nessuno di loro abbia detto mezza parola sull’evento che comporterebbe, in teoria, la rottura di un’alleanza politica, peraltro imbarazzante. Come se niente fosse successo, nemmeno una dichiarazione per rivendicare la scelta di sfilarsi perché le condizioni iniziali sono venute meno. Solo un’aggressiva dichiarazione dell’ormai ex vicepresidente Niero del PD, che tira fuori ancora una volta la storia dell’accordo amministrativo e non politico. Giova ricordare che il Consiglio provinciale è un organo di indirizzo politico, dove appunto si compiono scelte politiche, che la funzione amministrativa è svolta dagli uffici e non dagli organi politici (salvo rare eccezioni). Il resto della seduta è qualcosa di imbarazzante: un emendamento a un emendamento proposto a voce per aggiungere il termine “SMEMBRAMENTO” relativamente al piano di dimensionamento scolastico (il nuovo comprensivo Quiliano-Spotorno non potrà essere ulteriormente accorpato o, appunto, smembrato). La sinistra radicale che dice essere contraria agli accorpamenti e poi vota un atto che accorpa alcuni istituti. L’ex vicepresidente che dà sulla voce a un consigliere impedendogli di parlare e in tutto ciò il Presidente che invita solamente a spegnere il microfono quando non è il proprio turno. Battute durante le dichiarazioni di voto, manco fossimo all’asta del Fantacalcio. Un’immagine triste e deplorevole di un Ente che dovrebbe dare risposte a tutti i cittadini della provincia savonese e invece è a tutti gli effetti una vergogna. Spero vivamente torni presto l’elezione diretta come un tempo, almeno questa gente risponderà agli elettori, ai cittadini dell’intera provincia, delle loro scelte e dichiarazioni e dei loro atti.
Quindi, caro PD, l’alleanza con Cambiamo era ed è una vera e propria alleanza di natura politica, non nascondetevi dietro a un dito. E quindi, caro Presidente Olivieri, se le condizioni politiche per cui si fece l’accordo vengono meno, è naturale e doveroso dimettersi. Fare finta di nulla per tutto ciò che è successo, come se nulla fosse avvenuto, è una grave presa in giro nei confronti di tutti i cittadini della provincia, vittime inconsapevoli di questo circo di basso livello e disarmati nel poter agire in sede elettorale per sanzionare politicamente questa situazione imbarazzante
Manuel Meles consigliere comunale M5S da Facebook

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