È ingiusto attribuire esclusivamente alle diatribe con Beppe Grillo la responsabilità di questo insuccesso, come fanno alcuni dirigenti del partito (ormai non si può più chiamare Movimento avendone perso le caratteristiche). I motivi principali sembrano essere altri: l’alleanza con il Partito Democratico e le scelte discutibili dei coordinatori provinciali.
Un esempio lampante è la situazione di Savona, in questa provincia, il M5S, che ormai ha perso molte delle caratteristiche di movimento, ha registrato una perdita di quasi 7.000 voti (precisamente 6.935) in soli quattro mesi.
La coordinatrice provinciale di Savona, da quando è in carica, ha inanellato una serie di insuccessi clamorosi. Non è riuscita a organizzare liste nei vari comuni della provincia che andavano al voto. Inoltre, come candidata sindaco di Albisola, ha perso le elezioni comunali in maniera sonora, nonostante il M5S fosse alleato con il PD e il candidato avversario fosse rinviato a giudizio per presunti concorsi truccati. Questo episodio ha ulteriormente incrinato la credibilità del Movimento nella zona.
Un’altra vicenda significativa è quella della petizione contro il rigassificatore, presentata alla Commissione Europea. Il documento, redatto in modo approssimativo, è stato rapidamente archiviato, causando una pessima figura per il M5S e i suoi rappresentanti locali.
Durante le elezioni, oltre alla coordinatrice provinciale, è emersa una nuova figura, Claudia Laratta, con il piglio da leader. Tanti selfie e foto sui social, tuttavia, anche lei ha deluso le aspettative aggregandosi all’operato e al volere della coordinatrice: conosciutissima a Vado Ligure non è riuscita a presentare una lista per le elezioni comunali, ha avuto un ruolo infelice nella gestione della petizione contro il rigassificatore in Europa e la sua candidatura alle elezioni regionali è stata un altro flop che ha lasciato l’amaro in bocca agli elettori.
A Savona questi nuovi leader (ma a quanto pare anche a livello nazionale) sembrano offrire poche speranze per il futuro del Movimento. Rimangono i leader storici (i due consiglieri del comune di Savona in primis), che, nonostante siano stati accantonati ingiustamente dalla nuova leadership, rappresentano forse l’ultima speranza per un ritorno alle origini del Movimento 5 Stelle.
A Savona e ancor più a livello nazionale solo attraverso il distacco da Conte e un recupero degli ideali fondanti, il M5S potrebbe tentare di riconquistare il consenso perduto.