La tempestiva come non mai conferenza stampa del sindaco di ieri sull’argomento, guarda caso poche ore prima che mi venissero prodotti gli atti richiesti, non fa che confermare l’ipotesi che si tratti davvero di una pessima pagina di amministrazione
Un po’ di storia recente, per fare chiarezza.
Già il 18 luglio 2023 il Sindaco, per giustificare l’enorme ritardo già accumulato, affermava sulla sua pagina, che la Soprintendenza aveva richiesto modifiche progettuali ai locali interni e per questo fosse stata disposta la “sospensione dei termini dell’appalto che riguarda anche la piazza”.
Affermava inoltre che “su richiesta del Comune l’impresa stesse andando avanti con i lavori esterni ma essendo stata disposta la sospensione non andassero vanno avanti come preventivato”
Concludeva già allora che “ora si stessero definendo tutti i particolari tecnici” quindi “confidava che i lavori in piazza potessero proseguire più celermente”.
Forse non se ne ricorda perché, a distanza di 6 mesi ha detto le stesse cose ma appunto sono passati 6 mesi e la piazza è ancora ferma.
Forse non ricorda, il Sindaco, che la richiesta di approfondimenti della Soprintendenza (che riguardavano quasi esclusivamente l’interno del teatro) era del 2022.
Negli ultimi sei mesi di quest’anno, dopo che la sua direzione lavori aveva già denunciato più volte i ritardi, il comune non ha operata nessuna altra sospensione dei termini dell’appalto se non 15 giorni a novembre 2023 esclusivamente per la potatura degli alberi e quindi non comprendo bene a cosa si riferisca oggi per motivare l’operato del Comune.
I lavori sulla piazza, già in ritardo di oltre un anno, dovevano terminare, secondo le parole dell’Assessore Parodi di circa 15 giorni fa, entro febbraio. Ma di quale anno?
Oggi invece scopriamo due cose:
Che per l’interno del teatro forse termineranno per l’estate, e con “un pezzo in meno”, per la piazza “forse prima” ma non sappiamo quando.
Ma insomma, è un appalto pubblico, esistono scadenze da rispettare, penali da corrispondere, obblighi da adempiere, com’è possibile operare con questa superficialità e fare dichiarazioni del genere.
E ancora si usa la scusa della Soprintendenza che credo dovrebbe intervenire a chiarire come mai sia tirata continuamente in ballo per responsabilità che sono, invece, del tutto marginali.
Le prescrizioni della Soprintendenza, ribadisco, sono dell’agosto 2022 e riguardano per la quasi totalità l’interno del teatro e non la piazza.
La scelta della pavimentazione per la piazza è stata comunque validata dalla Soprintendenza, come da documentazione esaminata, già nel febbraio del 2023.
Dall’esame degli atti risulta invece che al 15 novembre 2023 non era ancora stato effettuato l’ordine dal marmista per il lastrico della pavimentazione.
Il 14 novembre 2023, a dimostrazione che non vi erano intoppi di carattere tecnico/amministrativo che impedissero i lavori sulla piazza, la Direzione Lavori sollecitava l’impresa ad accelerare i lavori e i il 23 novembre successivo denunciava che i lavori sulla piazza erano “pressochè fermi”.
Come ha reagito il Comune? Nulla
Carte alla mano, ora si può affermare che non sia seguita nemmeno una diffida, nemmeno una intimazione. Il cantiere, del cui ritardo ormai abbiamo perso il conto, è stato abbandonato da oltre un mese e mezzo e nonostante l’obbligo di presidio e vigilanza previsto dal contratto, nessuno ha mosso un dito.
Come se non bastasse finiremo i lavori nel teatro, senza una parte fondamentale. L’ascensore avrebbe consentito la migliore fruizione anche a persone a ridotta mobilità. Il bar altro elemento cruciale del progetto, avrebbe contribuito a rivitalizzare il teatro, la sua attrattività e quindi l’intera piazza.
Entrambi gli interventi sono stralciati e certamente non li rivedremo. Entrambi gli interventi erano tratti caratterizzanti del progetto approvato.
L’impresa ha fatto i suoi interessi e il comune ha accettato di buon grado e ora di fatto, per l’aumento esponenziale dei costi dei materiali a causa dei continui ritardi (altro che colpa della Soprintendenza) e nonostante ulteriori risorse già dirottate sull’intervento, non si trova di meglio che eliminare una parte essenziale dell’intervento.
Si raccontano una serie di volute inesattezze per giustificare una pessima gestione del principale cantiere in centro città e si prendono in giro i Savonesi.
E come non bastasse si accetta supinamente che ritardi (non giustificati e non fatti valere nelle sedi opportune) impattino sui costi al punto da dover stralciare parti essenziali dal progetto che sarà quindi “monco” rispetto alle previsioni originarie e di chi si era immaginato un teatro più vivo, più aperto alla città e una piazza più fruibile in tempi brevi.
Fabio Orsi ( pensierolibero.zero)