Il consigliere Fabio Orsi presenta un’interpellanza sullo stralcio delle cartelle esattoriali

Il Comune intende adeguarsi alla norma nazionale che stralcia sanzioni ed interessi dalle vecchie cartelle esattoriali dal 2000 al 2015 (per tributi locali e sanzioni codice della strada) e lo fa, diversamente da molti altri comuni, senza nemmeno aver fatto bene un conto su quale sia la somma a cui rinunciamo e subito dopo l’uscita dal piano di riequilibrio proprio sui residui attivi farlocchi che la corte dei conti aveva rilevato. Nel recente passato si sono sempre appellati all’equità nei confronti di chi ha correttamente adempiuto, come ad esempio sul canone unico per il quale non hanno voluto ridurre le sanzioni per chi in questi due anni di crisi avevano pagato in ritardo, ma stavolta l’equità si vede che non vale. Personalmente poi non amo particolarmente questo tipo di “condono” che hanno fatto a Roma, in ogni caso.

Stamattina ho presentato questa interpellanza e fatto accesso agli atti per sapere a quanto rinunciamo. Hanno firmato anche la consigliera Giaccardi, Meles, Mji,  Scaramuzza.

INTERPELLANZA

(art. 29 del Regolamento del Consiglio Comunale)

Oggetto: Stralcio cartelle esattoriali.

dell’Amministrazione comunale.

“Legge di Bilancio 2023”: decisioni

PREMESSO che:

La legge 197/2022, per quanto riguarda le sanzioni amministrative e tributi locali fino a mille euro, ha previsto un annullamento automatico per le cartelle accertate dall’ 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

Tale stralcio è “limitato alle somme dovute a titolo di interessi per ritardata iscrizione a ruolo, sanzioni e interessi di mora” e “non per il capitale e le somme maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notificazione della cartella di pagamento, che resteranno interamente dovute”.

La norma nazionale ha altresì previsto che per, quanto concerne le sanzioni irrogate per violazioni del Codice della Strada, l’annullamento parziale si applicherà limitatamente agli interessi.

E’ previsto, inoltre, che gli enti creditori diversi dalle amministrazioni statali, quali gli Enti locali possano stabilire di non applicare la cancellazione, e che quindi possano evitare l’annullamento previsto, adottando uno specifico provvedimento (delibera di Consiglio Comunale nel caso di un Comune) comunicando tale decisione assunta all’Agente della riscossione entro il 31 gennaio 2023.

Moltissimi comuni, si parla di oltre il 60 per cento dai primi rilevamenti, hanno ritenuto di procedere in tal senso, operando secondo principi prudenziali a salvaguardia delle casse comunali e/o sulla base di ragionamenti di equità e parità di trattamento nei confronti di chi ha correttamente pagato quanto dovuto e nei tempi previsti.

Comuni quali Roma, Milano, Bologna, Firenze, Piacenza, Verona e Padova hanno operato in tal senso.

Anche nella nostra Provincia si parla di oltre il 50 per cento dei Comuni che intendono procedere nei prossimi giorni all’assunzione di una delibera consiliare volta alla NON cancellazione dei propri crediti.

In alcuni Comuni della nostra Provincia (taluni interessati, come Savona, da piani di riequilibrio) aventi popolazione e dimensioni pari a un decimo della nostra Città è stato verificato, sulla base di un attento screening di tutte le posizioni pendenti, che le somme da riscuotere, oggetto di possibile cancellazione, sarebbero superiori ai 100 mila euro, in altri casi sarebbero oltre i 400 mila euro.

CONSIDERATO che:

non è stato sottoposto alla competente commissione consiliare alcuna valutazione funzionale a delibere di Consiglio comunale, nè è stato messo a disposizione dei Commissari e Consiglieri alcuno studio sulla precisa quantificazione dei crediti residui che sarebbero interessati da tale stralcio.

Si è tuttavia appreso dall’Assessore al bilancio, solo sulle pagine dei giornali, che il Comune di Savona intenderà procedere con lo stralcio intendendo così “aiutare le famiglie in difficoltà” senza considerare che il periodo di riferimento in cui opera lo stralcio si riferisce a periodi di accertamento che vanno dal 2000 al 2015

In un caso recentissimo, a proposito del pagamento del cosiddetto canone unico, il Comune ha ritenuto “per ragioni di equità” verso chi aveva correttamente adempiuto, di non ridurre le sanzioni previste per i mancati o ritardati pagamenti degli ultimi due anni di canone dovuto (anni caratterizzati dalla peggior crisi sociale, sanitaria ed economica da decenni) non ritenendo in quel caso di “andare incontro ad operatori economi e del commercio, in palese e circostanziata difficoltà,

il Comune di Savona è stato interessato da un pesantissimo piano di riequilibrio per sanare la grave situazione finanziaria creatasi grazie alle Amministrazioni che si sono succedute nel corso degli ultimi decenni e che la Corte dei Conti, ancora nell’ultima Relazione inviata all’ente, si è raccomandata di operare con la massima prudenza ponendo particolare attenzione sui cosiddetti “residui attivi”, tema che aveva aggravato, più degli altri, la situazione finanziaria imponendo la necessità dell’intervento di riequilibrio

INTERPELLA IL SINDACO E LA GIUNTA

Se e stato, come doveroso, effettuato uno studio approfondito sull’ammontare delle somme a credito cui si rinuncia, procedendo con lo stralcio di quota parte delle cartelle previsto dalla legge nazionale

A quanto ammonti tale somma complessiva

Quali siano le ragioni che hanno indotto, se confermato quanto appreso dalle informazioni giornalistiche, la nostra Amministrazione, appena uscita da un piano di riequilibrio causato tra l’altro anche proprio dalla gestione dei residui attivi, a non provvedere nel senso seguito da oltre il 50 per cento dei capoluoghi di

provincia Italiani tra cui quelli citati in premessa.

Fabio Orsi (gruppo PensieroLibero.zero)

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