Il Confuoco a Savona: una fiamma incerta e i mugugni fiacchi

Questa mattina Savona ha celebrato il tradizionale Confuoco, un evento che, nonostante i suoi secoli di storia, continua a riflettere lo stato d’animo della città e dei suoi cittadini. Ma se negli ultimi anni si erano intravisti segni di una possibile rinascita, l’edizione di quest’anno – coincidente con il centenario de A Campanassa – ha riportato alla memoria i tempi meno gloriosi della manifestazione.
Dopo i fasti dei tempi di Rocco Peluffo e Carlo Cerva, l’associazione A Campanassa, sotto la guida dell’attuale presidente Dante Mirenghi, sembra aver imboccato un sentiero di lento declino. Nonostante gli sforzi degli anni scorsi, durante i quali Mirenghi sembrava aver preso posizioni più coraggiose (l’anno scorso Mirenghi sembrava aver abbandonato il solito savoir faire mettendo il Sindaco più volte in imbarazzo), il Confuoco 2025 è tornato a un’atmosfera di formalità accomodante, lontana dalla vivacità che una tradizione così importante meriterebbe.
La cerimonia, che dovrebbe essere un momento di confronto e auspicio per la città, ha visto mugugni talmente fiacchi da sembrare quasi concordati con il sindaco Marco Russo. Un ritorno alla diplomazia spenta di due anni fa, che stride con i problemi urgenti che attanagliano Savona. La città è in evidente difficoltà, ma invece di cogliere l’occasione per sollevare critiche costruttive, la manifestazione si è limitata a rispettare una sorta di copione già scritto, perdendo l’opportunità di stimolare un dibattito vero.
La simbologia del Confuoco, in cui la fiamma rappresenta il presagio per l’anno a venire, non ha risparmiato incertezze. Accesa con il consueto rito in piazza Sisto, la fiamma del ceppo d’alloro è non è sembrata salire dritta anche se qualcuno vuole farcelo credere. Un segnale ambiguo, che ha fatto mormorare i presenti: il 2025 sarà un anno tra l’incerto e il propizio, esattamente come la traiettoria del fuoco.
L’edizione di quest’anno è stata arricchita da elementi che celebrano il centenario de A Campanassa. Il Vaso del Cunfögu, dedicato ai padri fondatori dell’associazione, è un omaggio alla storia savonese. Forgiato nella Fornace La Nuova Fenice di Albissola Marina, l’opera, ideata dall’architetto G.B. Venturino, è stata al centro della cerimonia. Inoltre, la Fanfara della Brigata Taurinense ha aggiunto un tocco di solennità, accompagnando il corteo storico partito da piazza del Brandale.
Ma non basta guardare al passato per dare slancio al presente. I fasti storici, per quanto importanti, rischiano di rimanere un ricordo lontano se non accompagnati da una visione concreta per il futuro
Il Confuoco dovrebbe essere un momento di unione e di riflessione collettiva, un’occasione per affrontare le sfide di Savona con spirito critico e costruttivo. Tuttavia, l’edizione di quest’anno – tra mugugni fiacchi, una fiamma incerta e un senso di immobilità – lascia più domande che risposte.
Che il 2025 porti con sé il coraggio di affrontare le difficoltà con determinazione e che il prossimo Confuoco possa finalmente vedere una fiamma che si alza dritta e decisa, simbolo di una città pronta a risorgere.

Condividi

Lascia un commento