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Il bonus regionale tocca anche a Gabriella Minervini

Impunità il bonus regionale tocca anche a Gabriella Minervini,
che risponde di omicidio corposo per la centrale Tirreno Power
INDAGATA PER I MORTI DI VADO LIGURE:
LE DANNO UN PREMIO
Ventimila e 969 euro. Un bel premio di risultato. A colpire, però, non è la somma, ma la destinataria: la dirigente della Regione Liguria Gabriella Minervini, indagata dai pm di Savona per omicidio colposo plurimo. Una figura chiave nell’indagine sui 440 morti imputati alla centrale a carbone di Vado. Reati che sarebbero stati commessi anche nel 2014, anno cui si riferisce il premio per l’attività svolta. Sono 68 su 73 i dirigenti regionali destinatari di “retribuzioni di risultato”. Praticamente tutti, anche se …..
sarebbe necessaria una valutazione. La somma sborsata dalla Regione dovrebbe superare i 3 milioni (nel 2013 erano stati 3,5 tra super dirigenti, come Minervini, dirigenti e “posizioni organizzative”).

CON UN PARADOSSO: la delibera è stata firmata da Gianni Berrino, assessore al Personale della giunta di Giovanni Toti. Mentre i dirigenti sono spesso di osservanza burlandiana. E l’attività premiata è stata svolta durante il governo di Claudio Burlando.

Berrino spiega: “Non avevamo scelta. Abbiamo ereditato la delibera già varata dalla giunta Burlando e, in base alle norme, potevamo solo approvare”. Già, le norme. È i criteri di valutazione. Più d’uno, come Alice Salvatore (M5s), si chiede: “Com’è possibile che dirigenti indagati siano allo stesso tempo premiati’?”.

Scrivono i pm Francatonio Granero e Chiara Paolucci e i carabinieri dei Noe:  Minervini “con l’incitamento e l’avallo di Burlando, risultante dalle intercettazioni e dall’allora Assessore Gucinelli si adoperava perché i componenti  dell’Osservatorio (nominato sorvegliare impianto n.d.r.) si pronunciasse contro la consulenza dei pm”, quella che parlava dei 440 morti.

Non solo: Minervini “esercitava una rilevante pressione nei confronti dell’Istituto tumori”, già destinatario di finanziamenti della Regione, chiedendo l’elaborazione di un documento di critica alla consulenza del pm. Ne sarebbe scaturita “un’analisi frettolosa e orientata a minimizzare”. Minervini e un funzionario della Provincia “concordavano di predisporre le bozze delle rispettive giunte … lasciando in bianco i numeri per consentire all’azienda di dire l’ultima parola”.

NE È SCATURITA l’accusa di omicidio colposo plurimo. Eppure, ai 116.202 euro dello stipendio lordo 2014 se ne aggiungeranno (come per il 2013) altri 20 mila. Totale: 137 mila, Non è il solo caso per il quale M5schiede chiarimenti. C’è la classe dirigente burlandiana. A cominciare da Giovanni Battista Poggi (140mila euro complessivi), braccio destro dell’ex governatore nei settori di edilizia e lavori pubblici. Poggi, non indagato, era però finito al centro di diverse polemiche. A cominciare dalle intercettazioni del re delle bonifiche Iiguri, il calabrese Gino Mammone arrestato per un giro di appalti da 10 milioni (anche sull’alluvione).

 In un’intercettazione Mamone si confidava con il fratello Vincenzo e un imprenditore destinatario di appalti: “Va da Poggi e gli dici: digli a Burlandino che Gino sta chiudendo, che poi va da Pinto (il pm, ndr), non ti preoccupare che gli viene il cagotto”. Ce n’era abbastanza, per i pm, per intercettare Poggi. E per affermare che esistevano “stretti rapporti tra Mamone e Poggi”.  “Si evince scrivevano i pm – che Poggi si sta attivando per aiutare Eco.Ge (la società dei Mamone, ndr) per smaltire le terre dei cantieri … “. Quel Mamone – mai indagato per mafia – per il quale la Finanza nell’informativa di un’altra indagine scriveva: “Il tenore delle intercettazioni ha evidenziato collegamenti di Mamone sia con il mondo politico sia con il mondo delle cosche calabresi. Egli potrebbe rappresentare il punto di contatto”.

LO STESSO POGGI che scriveva messaggi (“vi guarderò andare alla deriva”) a Nicoletta Faraldi, dirigente della Regione che aveva bloccato il progetto di un centro commerciale coop in un’area ritenuta a rischiò alluvioni. Faraldi che dopo poco era stata trasferita da Burlando all’ufficio animali. “Tutti i dirigenti dell’epoca Burlando sono ancora lì”, sussurrano nei corridoi della Regione, “Toti deve fare le nuove nomine. Da lì sapremo dove va davvero”.

FERUCCIO SANSA da Il Fatto Quotidiano

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