Il balzello sulla bolletta del gas. Ancora una volta il Comune di Savona è a caccia di risorse per far quadrare i conti e a proposito, se conoscessimo uno studente di storia o di economia, gli suggeriremmo una tesi di laurea sulle storia dei conti del comune di Savona, dal ragionier Ghelardi ai derivati. |
Oggi si parla di un “contributo” sul contatore del gas pari a 25 euro l’anno a famiglia e come si usa, in questi tempi, del carattere progressivo che, per obbligo costituzionale, questo balzello dovrebbe avere, pare non importi proprio a nessuno. Siamo dotati, nella nostra bella Savona, di amministratori e politici che con la Costituzione Repubblicana si sciacquano, più volte al giorno bocca e denti, salvo poi non applicarla nel concreto dei provvedimenti che si assumono. E l’ipocrisia è che la finalità del prelievo sarebbe di costituire un fondo per i meno abbienti e per le necessarie spese sociali. Che cosa sono 25 euro all’anno penserà il sindaco Berruti, ignorando o fingendo di ignorare che 25 euro per il povero pensionato sociale non sono uguali ai 25 euro per la famiglia del dirigente o del ricco commerciante. Il criterio della progressività è il grande assente in questa specie di provvedimenti lineari. Naturalmente i sindacati confederali dei pensionati che vivono solo per intascarsi la delega a fine mese non banfano, per loro 25 euro in più o in meno nelle tasche del pensionato è proprio la stessa e difenderne il potere d’acquisto potrebbe apparire una bizzarra divagazione rispetto all’acquiescenza dimostrata finora di fronte a tutte le addizionali.
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