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I lupi hanno divorato un beagle

I lupi hanno divorato un beagle sul Monte Carmo
Tragica domenica per squadra di cacciatori di Loano

Loano – Il caposquadra Bruno Pastorino, di Loano, non ha parole per descrivere l’accaduto. Il suo compagno di caccia Roberto Ferro è sconvolto per la terribile sorte toccata alla sua cagnetta, 18 mesi, una beagle. Sbranata e divorata (è rimasto solo il collare) da un branco di lupi. Roberto, seguendo la traccia del radiocollare, l’ha cercata con l’aiuto di colleghi, fino alle 3 del mattino. Nel freddo pungente di questo fine settimana. E’ accaduto in località L’Arbaina (sotto il monte Carmo, il più alto della provincia di Savona).

Un’area di “riserva” dove il cane era sconfinato dalla zona di caccia. Alla battuta al cinghiale erano presenti una trentina di cacciatori, buona parte di Loano. L’accaduto ha creato nuovo allarme, gettato benzina sul fuoco, proprio perché nel mese di novembre le cronache (Il Secolo XIX aveva dedicato un’intera pagina sul tema) avevano raccontato della minacciosa presenza di un branco di lupi a Bardineto, con il ferimento di due cani da caccia al seguito di una squadra di cinghialisti impegnati in una battuta. E ancora avvistamenti, sempre più frequenti sul Parco del Beigua. In aree della Valbormida.

Non erano mancate reazioni a caldo con la presa di posizione del senatore Franco Orsi e del presidente dell’Associazione Italiana per la Wilderness, Franco Zunino. Ora un nuovo allarme, ma non c’è più tempo da perdere. Provincia e Regione sono avvertite.

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Due cani da caccia in fin di vita. Questo il tragico epilogo di una battuta al cinghiale in località Bardineto (SV). I due beagle, allontanatasi dallo sguardo dei loro padroni alla ricerca della preda, hanno subito l’attacco di un branco di lupi, messi poi in fuga dai cacciatori sopraggiunti sul posto.

Gli avvistamenti del lupo in quest’area sono un fenomeno recente ma ormai consolidato, da alcuni mesi sono state rilevate anche orme e resti di animali predati.

Una nota dell’Associazione Italiana per la Wilderness, che da tempo parla dello sconfinamento di lupi dall’area alpina piemontese e francese, dove negli anni passati sono stati liberati lupi di varie razze, fa notare che quei lupi “hanno creato una popolazione di ibridi, che, ancora avvezzi a stretti rapporti con l’uomo essendo molti di essi nati in cattività, faranno ancora più danni del lupo selvatico appenninico”.

“I lupi stanno quindi arrivando, e data la loro prolificità, arriveranno ben presto a colmare quel vuoto della Provincia di Savona che non avevano mai colmato né attraversato prima, durante il supposto fenomeno migratorio dagli Appennini” si legge nella nota di Franco Zunino, Segretario Generale dell’associazione.

“Il problema per noi naturalisti e zoologi – sottolinea Zunino – è che non si tratta del Lupo italiano, ma di quel “un lupo qualsiasi pur che ci sia il lupo” che i francesi amanti di quest’animale (ma sarebbe forse più giusto definirli fanatici) hanno preteso di avere sulle loro montagne senza aspettare il naturale e vero ritorno del Lupo italico dagli Appennini con la crescita della popolazione autoctona. Presto i due nuclei si incontreranno, ed allora avremo una popolazione ancora più bastarda di quanto non sia già quella delle Alpi piemontesi e francesi”. “Oggi – conclude – abbiamo quindi il lupo in Val Bormida, un lupo qualsiasi pur di avere il lupo! In molti saranno contenti, non certo gli allevatori ed i possessori di animali domestici in genere come il tentativo di predare due cani da caccia sta a dimostrare”.
“Ne avevo rappresentato i rischi quando ero assessore regionale e quando sui nostri monti c’era soltanto un branco di lupi. Dopo i fatti di Bardineto questi animali sono tra noi“. Così il Senatore Orsi, sindaco di Albisola Superiore, in provincia di Savona.

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