Un esercito composto da oltre 145 mila tra parlamentari, ministri, sottosegretari, amministratori locali. A essi vanno aggiunti 12 mila consiglieri circoscrizionali, 24 mila persone nei consigli di amministrazione delle 7 mila società, enti, consorzi, autorità di ambito, 318 mila persone che hanno un incarico o una consulenza.
Inoltre la massa del personale di supporto politico per gli uffici di gabinetto dei ministri, sottosegretari, presidenti di regione, provincia, sindaci, assessori regionali, provinciali, comunali: i direttori generali, amministrativi e sanitari delle ASL; la moltitudine dei componenti dei consigli di amministrazione degli ATER e degli enti pubblici.
Se a questi aggiungiamo anche i numerosissimi dipendenti delle società municipalizzate e partecipate, il numero di quelli che vivono sulle “spalle della politica” si arriva facilmente a una decina di milioni. Stanno lì solo perché sono amici di amici.
Sarà anche per questa ragione che rispetto agli altri paesi europei l’Italia spende il 30% in più per la politica (23,2 miliardi di euro tra costi diretti e indiretti). Il problema non è quanto costano, ma quanto rendono. Detto questo, il vero problema in Italia sono i risultati. Tutta questa gente che cosa fa?
L’attuale tipo di politica non produce ricchezza per il paese. E non crea le condizioni per uno sviluppo adatto alle sfide del mondo moderno. Ma al tempo stesso riempie il paese di debiti. Dei veri esperti in fatto di incompetenza amministrativa.”
Non sarebbe ora di dimezzare quelli che in Italia vivono di politica?
Da Infosannio