Abbiamo ritenuto di partecipare attivamente, come Gruppo Consiliare PensieroLibero.zero alla procedura in corso attraverso il deposito delle nostre osservazioni.
In questi giorni, anche grazie al contributo di un geologo e di un esperto di procedure autorizzative in materia ambientale che ci hanno affiancato, e prendendo spunto dal dibattito emerso in seno ai comitati, abbiamo approfondito alcuni temi allo scopo di evidenziare non solo le palesi criticità e le incongruenze del progetto ma anche quelli che, a nostro avviso, sono dei veri e propri vizi procedurali.
La contrarietà al progetto e la tutela del nostro territorio non può essere manifestata solo a parole, magari di comodo, magari per compiacere il proprio elettorato che “pretende” una posizione.
Mettere una firma in calce ad un documento o scrivere un post sui social non vuol dire sostenere la battaglia contro il progetto.
Non basta, anzi.
Non è accettabile l’affermazione che il progetto andrà avanti comunque.
Non è accettabile dismettere il proprio ruolo in nome di altri interessi così come condurre una battaglia che sia solo politica.
Non è accettabile declinare il ragionamento in termini di future compensazioni.
Il progetto può essere fermato.
Sinceramente ci aspettavamo qualcosa di più, specie sotto il piano formale e documentale dalle osservazioni del Comune di Savona ma, probabilmente, lo scarso tempo a disposizione dalla nomina dei tecnici, probabilmente un po’ tardiva, e la mancanza di talune figure esperte di procedure amministrative nel team che sta operando in questa fase, ha secondo noi lasciato scoperti diversi punti.
Nelle nostre 12 osservazioni abbiamo cercato di evidenziare e contestare elementi sia di carattere ambientale (impatto meteomarino), che legati alla sicurezza (sia della nave che di interferenza con altri Impianti) che, ancora sotto il profilo di possibile rischio sanitario.
D’altro canto abbiamo anche rilevato numerose carenze istruttorie (macroscopiche mancanze nel documento di Sintesi non Tecnica e nello studio sull’impatto paesaggistico oltre che negli studi geologici, in gran parte non effettuati), ed altre criticità di carattere più squisitamente procedurale e giuridico (la mancanza dei presupposti per estromettere il Comune di Savona dalla Conferenza dei Servizi, l’assenza di motivazioni sulla scelta di Savona-Vado, la violazione del principio di parità di trattamento), così come elementi squisitamente formali ma, come tali, in grado di inficiare la procedura, (la mancanza di timbri o di qualità soggettive dei verificatori o dei redattori dei documenti) e altro ancora.
Speriamo col nostro lavoro di aver offerto un utile contributo nella consapevolezza che la battaglia non finisce oggi e bisogna mantenere il livello mediatico, sociale e istituzionale sempre alto se vogliamo portare a casa l’obiettivo che è non vedere attraccata davanti ai nostri occhi la Golar Tundra fra tre anni.
Fabio Orsi, Daniela Giaccardi