Il Movimento FederalismoSi, ieri, 4 febbraio era presente alla Darsena di Savona per appoggiare la protesta dei commercianti e dei ristoratori, penalizzati dalla onnipresenza del Green Pass.
Il Green Pass è obbligatorio nella ristorazione sia nei locali al chiuso che per le consumazioni al banco.
Questa restrizione non dà loro tregua: nei bar non si può neppure più consumare la tazzina di caffè (per una mancata somministrazione di trenta milioni di consumazioni); dalle trattorie ai ristoranti stellati tutti lanciano il loro grido di allarme. Essi sono costretti a diminuire il numero dei tavoli per un maggior distanziamento con la conseguenza di un notevole minore incasso.
In questo modo nel settore i consumi sono calati del 38% (per circa due miliardi di Euro); si sono spesi dalle famiglie italiane e dai turisti circa 56 miliardi di Euro in meno rispetto al precedente anno.
Abbiamo 45.000 imprese sparite in due anni e 300.000 lavoratori disoccupati.
Tutto il settore del commercio è in ginocchio ancor di più per queste ultime restrizioni. Pensiamo ai negozi di abbigliamento, alle piccole botteghe già tartassate dalle tasse e dagli aumenti degli affitti già alle stelle, dal caro bollette. Tutto a vantaggio del commercio online gestito dai giganti della nuova economia.
Una domanda sorge spontanea: perché il Green Pass non è obbligatorio per entrare al Centro Commerciale?? Eppure qui vi si corrono più rischi per il pericolo di assembramento. Come al solito la bilancia pende a favore della grande distribuzione.
Il Green Pass è obbligatorio anche per entrare in Banca ed all’Ufficio Postale: molti anziani si trovano in grossa difficoltà anche per riscuotere la pensione con il risultato che, già isolati, vengono costretti ancor di più in casa, lontani dai pochi contatti sociali. Ed in più non si può nemmeno accedere alle RSA per far visita ai propri cari.
Non sono risparmiati nemmeno i mezzi di trasporto sui quali è d’obbligo il Green Pass; senza esso ci si può spostare solo con i taxi o mezzi privati. Soluzioni improponibili a chi vive con piccoli stipendi o misere pensioni.
La città di Savona non è stata risparmiata da queste restrizioni che hanno aumentato la crisi: – 20% di acquisti nei negozi tradizionali a fronte di un + 30% per l’E-commerce.
I gestori di ristoranti, pizzerie e trattorie del savonese, che ancora sono aperti, lamentano il calo del lavoro per almeno il 60%; c’è molta preoccupazione per il futuro di titolari e dipendenti.
Molti di loro stanno per chiudere per mancanza di lavoro e di sostegno da parte delle istituzioni.
In più a loro carico c’è l’incombenza di controllare il Green Pass dei pochi clienti che si affacciano al loro locale sostituendosi di fatto ai Tutori dell’Ordine.
Il Movimento FederalismoSi si unisce alla loro richiesta di maggiore chiarezza e all’abolizione degli infiniti ostacoli che peggiorano la situazione di crisi in cui questi operatori vivono da oltre due anni.
Valentina Vangelisti
Fonti: www.ilsecoloxix.it – www.savonanews.it