I Bagnarci rispondono.

Buongiorno da Alessandra e Chiara Pallone, le vere titolari dei bagni Bagnarci. Dopo le scuse pubbliche ai giornali dei giorni scorsi, ci scusiamo nuovamente per l’episodio accaduto. Sicuramente se avessimo vigilato meglio sull’operato del nostro personale di spiaggia, avremmo evitato una spiacevole figuraccia con la comunità della quale facciamo parte. L’attività dei Bagnarci risale al 1991. Non eravamo ben visti dagli abitanti della zona; il nostro è solo un ricordo, ma prima dei Bagnarci qui era “terra di nessuno”. I barboni si erano impossessati dei locali, i tossici venivano a bucarsi e per terra, tra le pietre, era un tappeto di siringhe; le signore che esercitavano l’antico “mestiere” prestavano i loro favori alla luce del giorno. Ora i “vicini di casa”, gli abitanti di via Cimarosa, sono i nostri clienti più affiatati. Abitano a 10 metri e vengono a spiaggia qui da noi, chi coi figli, chi solo, chi a prendere un caffè perché magari è anziano e di sole non ne ha più voglia. A qualcuno però evidentemente diamo ancora fastidio. Dopo venticinque anni di esposti e articoli sui giornali al fine di segnalare non si sa quale violazione, dopo aver scomodato più volte la Capitaneria di Porto e altri enti al fine di verificarne la veridicità, non è una combinazione se come ammette il signor Beltrami non siano mai stati rilevati gli estremi per sanzionarci. Venticinque anni fa, durante le serate di musica ai Bagnarci, si rispondeva al telefono e dall’altra parte una voce diceva:”….si stava meglio quando c’erano i barboni”. Rileggiamo le sue parole e sentiamo quella voce. La voce di chi non accetta una città che si migliora, che cresce. Visto che a suo dire lei racconta la vera storia della spiaggia di via Cimarosa, immaginiamo che sia a conoscenza del fatto che prima di un vero stabilimento balneare, due individui della via i cui nomi, cognomi e soprannomi sono noti a tutti i fornacini D.O.C, affittavano illegalmente ombrelloni; era un vero commercio! Ma certamente lei ne è a conoscenza. Noi per fare la stessa attività paghiamo le tasse. Che dire dopo venticinque anni? che fortunatamente la stragrande maggioranza dei savonesi la pensa diversamente. Che negli anni abbiamo conosciuto anche quieti vicini che ci ostacolavano e in loro abbiamo trovato degli alleati, persone buone, dotate di buon senso. Che a lei dobbiamo avere dato veramente tanto fastidio, i suoi venticinque anni di rancore si leggono tutti nelle sue righe. Non ha però avuto il dubbio di entrare all’interno dello stabilimento quando doveva fare la diretta radiofonica in occasione dei fuochi artificiali di luglio. E noi educatamente l’abbiamo sempre accolta con un saluto ben sapendo chi lei fosse. Riguardo a tutto ciò che scrive su nostro padre, il baby pensionato, le potrei ricordare che una buona percentuale dei suoi coetanei sono baby pensionati, giusto o sbagliato che sia glie lo ha permesso lo stato, indipendentemente dal colore politico. Gialli, rossi, neri o verdi ci piace pensare ad una Savona non più legata ai colori politici, ma al buon senso. A cose da fare o da non fare, indipendentemente dal “colore” di chi le propone. Fa parte della crescita. Cresca signor Beltrami, cresca con il resto della città!

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