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Giorgia Meloni cerca di tenere un piede in due scarpe?

Nella cornice grandiosa della Grande Sala del Popolo a Pechino, Giorgia Meloni ha fatto il suo ingresso trionfale, accolta dal primo ministro cinese Li Qiang e da un picchetto d’onore dell’esercito di liberazione del popolo. Questa visita, apparentemente formale e carica di rituali diplomatici, nasconde tuttavia un gioco ben più complesso e pericoloso: l’ambizione di Meloni di bilanciare tra due superpotenze, gli Stati Uniti e la Cina, per trarre vantaggi per un’Italia che, al momento, esiste solo nella sua testa.

La Politica dei Due Forni

Meloni sembra riproporre una versione moderna della politica dei due forni, cercando di destreggiarsi tra le aspettative degli Stati Uniti e le opportunità offerte dalla Cina. Da un lato, l’Italia ha stretto legami economici significativi con la Cina attraverso la Via della Seta, un’iniziativa fortemente voluta dal governo Conte. Dall’altro, l’intervento degli Stati Uniti, particolarmente dopo la guerra in Ucraina, ha imposto all’Italia di rivedere i propri rapporti con Pechino, spingendo Meloni a un delicato gioco di equilibrio.

L’annuncio di un piano triennale di cooperazione con la Cina rappresenta una mossa audace, volta a mantenere aperte le porte del mercato cinese, pur cercando di non alienarsi Washington. “Sono molto contenta di essere qui per il primo viaggio ufficiale di questo governo,” ha dichiarato Meloni, sottolineando l’importanza di “una fase nuova, di rilancio della nostra cooperazione bilaterale”.

Una Strategia Ambiziosa e Spregiudicata

La strategia di Meloni è, senza dubbio, ambiziosa e spregiudicata. Essa mira a trarre il massimo vantaggio possibile da entrambe le superpotenze, navigando tra le loro reciproche rivalità e pressioni. Tuttavia, questo doppio gioco comporta rischi enormi. Gli Stati Uniti, infatti, non vedono di buon occhio le ambizioni cinesi in Europa, e la collaborazione economica troppo stretta con Pechino potrebbe attirare sanzioni o altre forme di ritorsione.

D’altro canto, Meloni ha cercato di rassicurare la Cina, parlando di un “memorandum di collaborazione industriale” che copre settori strategici come la mobilità elettrica e le energie rinnovabili. Questo tentativo di conciliare le due potenze con accordi settoriali opzionali rivela la sua volontà di non chiudere nessuna porta, mantenendo aperte tutte le possibili vie di dialogo e collaborazione.

Un’Italia Divisa tra Idealismo e Realtà

L’approccio di Meloni riflette un idealismo viscerale, un sogno proibito di un’Italia che riesce a destreggiarsi tra i giganti mondiali per emergere come un attore di primo piano sulla scena internazionale. Tuttavia, questa visione si scontra con la dura realtà di un’Italia vincolata da un debito pubblico enorme, da una posizione geopolitica fragile e da una reputazione internazionale non sempre solida.

La sua mossa di stipulare patti di Mutuo Riconoscimento e Alleanza con vari soggetti mostra una determinazione a costruire una rete di collaborazioni paritarie. Tuttavia, questa strategia rischia di non accontentare nessuno, dato che le interdizioni reciproche tra Stati Uniti e Cina potrebbero rendere difficile mantenere un equilibrio stabile. La storia dell’Italia come paese che inizia una guerra da una parte e la finisce dall’altra non fa che aggravare la percezione di un paese degli espedienti, incapace di una linea politica coerente e duratura.

La Corte dei Miracoli di Giorgia

Il viaggio di Meloni in Cina, contornato da dichiarazioni altisonanti e cerimonie pompose, sembra a tratti una rappresentazione da circo equestre internazionale. La sua leadership, intrisa di nepotismo con cognati e sorelle piazzati nei posti giusti al momento giusto, rischia di apparire come una corte dei miracoli, incapace di navigare efficacemente tra le complessità della geopolitica moderna.

La sua figura appare provata, al limite della resistenza psicologica, costretta a muoversi come un’automa sulla scena dei giganti della terra. Meloni, una piccola donna che deve farsi vedere truce e impettita, è costretta a fare appello a un orgoglio non più suffragato dalle convinzioni propagandate in campagna elettorale. Il suo governo, superato a destra da Salvini e al centro da Tajani, sembra seguire la logica del governo per il governo, richiedendo una grande faccia di bronzo per mantenere una parvenza di coerenza e determinazione.

Le Sfide Economiche e Geopolitiche

Meloni in Cina

Durante il business forum Italia-Cina, Meloni ha cercato di rassicurare i partner cinesi, parlando della necessità di un mercato libero ed equo. Ha sottolineato l’importanza di affrontare lo squilibrio commerciale tra i due paesi, che ha visto un interscambio di circa 67 miliardi di euro nel 2023, con un significativo deficit per l’Italia.

“La nostra nazione resta desiderosa di cooperare, ma è fondamentale che i nostri partner si dimostrino genuinamente cooperativi giocando secondo le regole, per assicurare che tutte le aziende possano operare sui mercati internazionali in condizioni di parità,” ha dichiarato Meloni. Tuttavia, la sua retorica sulla reciprocità e sulla parità di condizioni rischia di cadere nel vuoto, dato che le dinamiche commerciali globali sono spesso dominate da interessi nazionali contrastanti e da strategie protezionistiche.

Il Rischio di Polarizzazione

Meloni ha inoltre affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale (IA), evidenziando i rischi di polarizzazione e di perdita di controllo umano sulle decisioni prese dalle macchine. Ha parlato della necessità di una collaborazione costruttiva e trasparente per affrontare queste sfide. Tuttavia, la sua visione appare idealistica e scollegata dalla realtà di un mondo dove le superpotenze sono impegnate in una corsa tecnologica senza esclusione di colpi.

“L’Intelligenza Artificiale generativa è destinata a incidere profondamente sui nostri tessuti sociali, economici e a cambiare radicalmente interi segmenti produttivi,” ha detto Meloni, cercando di presentarsi come una leader moderna e lungimirante. Tuttavia, la sua capacità di influenzare realmente le dinamiche globali dell’IA è limitata dalla posizione relativamente debole dell’Italia nel panorama tecnologico internazionale.

Un Futuro Incerto

La visita di Meloni in Cina è stata, in molti modi, una pantomima ben orchestrata, un tentativo di presentare l’Italia come un partner strategico per Pechino. Tuttavia, la realtà è che l’Italia rischia di essere maciullata dagli ingranaggi più grandi delle rivalità tra Stati Uniti e Cina. La sua strategia di tenere un piede in due scarpe potrebbe rivelarsi insostenibile, portando a una perdita di credibilità e di influenza internazionale.

In conclusione, l’ambizione di Meloni di bilanciare tra le due superpotenze per trarre vantaggi per l’Italia è tanto audace quanto rischiosa. La sua leadership, intrisa di idealismo e determinazione, si scontra con una realtà geopolitica complessa e spietata. Solo il tempo dirà se riuscirà a mantenere questo delicato equilibrio o se finirà per pagare un prezzo troppo alto per le sue aspirazioni. Per ora, l’Italia di Meloni rimane un sogno idealistico, una visione di un futuro che potrebbe non realizzarsi mai.

Antonio Rossello

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