Gianfranco Fini

FINI: CHI HA TRADITO TRADIRA’ 
Nel panorama del trasformismo politico italiano, Gianfranco Fini, è uno dei più dotati nella schermaglia compiuta delle parole, nell’esposizione di una raffinata retorica; dire che è il doppiogiochista più baro sarebbe un grosso torto verso i tanti parrucconi nominati in parlamento. Tuttavia è uno dei calcolatori più gelidi, l’algida rappresentazione di ogni machiavellismo politico, una serpe…
…nel seno di ogni appassionato della res publica.

E’ un veterano della vecchia politica, delle alchimie partitiche, dei vantaggi elettorali, delle sofisticherie istituzionali e delle convenienze personali.

E’ un ex tra tanti, un politicante totale, la nuova sponda della sinistra, un veteromissino scongelato dal nostro amatissimo Silvio Berlusconi (il male minore del Paese!).

Alleanza Nazionale si è rivelata un embrione in cangiante evoluzione, dove il suo capo pluripotente è stato capace di ogni frenetica contorsione politica, trasformandosi sempre di più nel bastian contrario di sè stesso. Nel nuovo millennio finiano, Benito Mussolini, “Il più grande statista del 1900”, è diventato il” Male assoluto”; il No ad una società ibrida e multirazziale, reiterato negli slogan di AN, è diventato, nella sua dolce meta, un sì alla cittadinanza veloce; le correnti, metastasi nel partito che comandava come un principe, sono diventate, se finiane, il sale della democrazia.

Contraltare mediatico di ogni concreto proponimento berlusconiano, pur controllando, appena, e forse, 1/10 del partito, si ostina, pur esprimendo legittime opinioni politiche, a non seguire la disciplina di partito, dimostrandosi ingrato e quasi privo di umanità verso la leadership di Berlusconi e quella minore del nostro maggiore e più fedele alleato, la Lega di Bossi.

Il tanto famigerato “centralismo carismatico” di Berlusconi non è un pregiudizio, un astratto dogma politico, una voluntas dei, ma la capacità del Presidente del Consiglio di cogliere appieno gli umori del popolo italiano, perlomeno della sua maggioranza, e di raccoglierne, spesso personalmente, il consenso.

La speranza inconscia e remota, la riserva mentale dell’On. Fini (mettiamoci pure Casini e tutta la marmaglia cattocomunista), giace soltanto nella dipartita di Berlusconi, perché per questi azzeccagarbugli iellati e meridionalisti, il padroncino brianzolo, malgrado suo, è imbattibile.

Con queste nani della politica, compresi alcuni suoi teatranti e servitori, il Presidente del Consiglio potrebbe, purtroppo, governare e vincere le elezioni anche vivendo alle Bahamas.

In nessun paese europeo una fazione o un partito di minoranza si sognerebbe di ricattare o emendare continuamente la maggioranza considerando una spada di Damocle l’ago della bilancia.

Lo immaginate un partito liberale tedesco che vuole sostituirsi alla Merkel con il ricatto dei suoi voti decisivi? 

O, in Gran Bretagna, il partito liberaldemocratico di Cleig che facesse lo stesso con il conservatore Cameron?

Nei paesi avanzati non è quasi mai successo che una piccola forza politica ricatti vilmente, con veti inaccettabili, la maggioranza.

Invece ogni giorno l’arrivista Fini boicotta la maggioranza del PdL con colpi di maglio e una valanga di emendamenti, utili soltanto ad usurare il legittimo governo del premier.

Ma il Presidente della Camera, per l’appunto, nonostante i suoi equilibrismi, è soltanto un professionista del teatrino giornaliero della politica.

Come Casini sogna di governare il paese: lasciamolo dormire.

   FAUSTO BENVENUTO        Associato PDL

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