Una mossa che sembra più un atto simbolico che una reale strategia, dato che è evidente a tutti che il PD non accetterà mai questa proposta. È il classico “balletto della politica” che i cittadini si aspettano da partiti navigati e compromessi, non certo dal M5S, che ha costruito la sua identità sul rifiuto di queste dinamiche.
Anche questa volta, però, il Movimento sembra voler giocare un ruolo subalterno. Mentre il PD stringe patti concreti e strutturati con altre forze politiche, il M5S si limita a rincorrere, senza un chiaro progetto di alleanza e senza il coraggio di denunciare apertamente il tentativo del PD di includere di nuovo Italia Viva nella coalizione. Un silenzio che suona come un’ammissione di impotenza e che lascia i militanti sconcertati: dov’è finito il Movimento che non aveva paura di chiamare le cose con il loro nome?
Ciò che i simpatizzanti del M5S si aspettavano dal comunicato stampa non era solo la rituale lista di buoni propositi, ma un chiaro commento su una situazione che sta rapidamente definendo i nuovi equilibri della politica genovese. L’apertura del PD a Italia Viva non è un dettaglio marginale, ma un segnale chiaro di quale direzione voglia prendere la coalizione. Perché il M5S questa volta non ha avuto il coraggio di commentare? Perché non ha posto delle condizioni politiche nette?
Invece, il Movimento si è lasciato coinvolgere in un teatrino che non gli appartiene, perdendo l’occasione di mostrarsi come un’alternativa credibile. Forse perché l’unica cosa che al momento sembra chiara è che il M5S, a Genova, non sa più quale sia il suo ruolo.