A Genova, pare proprio che tutto sia concesso in questa frenetica corsa elettorale. Il segretario del Pd, Simone D’Angelo, ha deciso di rispolverare una vecchia storia che aleggia attorno al sindaco Marco Bucci, riguardante presunte sevizie sui gattini quand’era ragazzo. Una storia che lo stesso Bucci aveva prontamente smentito nel 2019, dicendo: «Io? No, raccontavo solo cose che avevo visto, mica fatte da me». Il tutto per rispondere a una mossa strategica del candidato del centrodestra, che all’alba ha postato le sue proposte per “i liguri a quattro zampe”, accusando Orlando di ignorare completamente il problema. Niente come i post sui cuccioli per scaldare la platea!
La risposta al post di D’Angelo non si è fatta attendere: l’assessora leghista Francesca Corso ha sfoderato un paragone da manuale di politica spicciola, commentando: «Se dovessimo ragionare come fa D’Angelo, allora è vero che i comunisti mangiavano i bambini». Un colpo basso? Forse. Un classico? Assolutamente.
Intanto, Andrea Orlando – probabilmente stufo di tutta questa fauna elettorale – si rifugia nella storia, visitando la casa natale di Sandro Pertini a Stella. Con una vena velenosa, ricorda come Pertini non esitò a far fuori Teardo, il compagno socialista presidente della Regione, arrestato 42 anni fa. «Trovate le differenze con l’attualità», commenta sornione. Il bersaglio? Facile: il solito Toti, che con una disinvoltura degna di un prestigiatore si prepara al suo terzo mandato… per interposta persona, naturalmente.
Toti, con un post carico di sottile ironia, non si lascia sfuggire l’occasione per tirare qualche frecciatina: “Sono contento che Andrea Orlando abbia visitato la casa natale di Sandro Pertini a Stella. E, altrettanto felice, che abbia reso omaggio al lavoro di restauro che fu approvato come primo atto dalla mia giunta nel 2015, per recuperare quel luogo abbandonato al degrado dopo dieci anni di amministrazione del suo partito. Avrebbe anche potuto ricordare che fu il Presidente Mattarella a inaugurare la casa su mio invito, sottolineando l’importanza del gesto.
E non posso che essere contento per il riconoscimento che ha voluto tributare a un esponente del Partito Socialista Italiano, che fu anche il mio partito in gioventù, accanto a figure come Bettino Craxi, Olof Palme, Willy Brandt e Felipe Gonzalez. Curioso che, negli stessi anni, Orlando fosse iscritto al PCI, quello della Mosca sovietica e della Germania Est. Ci è voluto tempo, ma riconoscere i propri errori giovanili è sempre segno di maturazione.”
Insomma, Toti non manca di lanciare frecciate al passato di Orlando, con il solito mix di diplomazia e punzecchiature da manuale.
Nel frattempo, il team Toti incassa un video messaggio di appoggio dalla vicepremier spagnola Yolanda Diaz, mentre Bucci, non volendo essere da meno, tira fuori le parole di Vincenzo De Luca: «Orlando è in Parlamento da 18 anni, sesto mandato, e nessuno si scandalizza». E come non citare Edoardo Rixi, che rincara la dose con una stoccata: «Orlando dice che il centrodestra non ha fatto nulla in nove anni? Forse voleva una statua di sé stesso in piazza, alla memoria del suo “dolce far niente” per la Liguria».
Insomma, tra gattini e frecciatine, la battaglia elettorale ligure si fa sempre più “social”. Con buona pace dei post sui gattini e le accuse di complotto.