Funivie: ancora ferme, ma Ripamonti in pole per la poltrona di commissario

Savona – I vagonetti delle funivie restano immobili, ma le carriere politiche viaggiano a tutta velocità. E così, dopo anni di promesse, interventi a metà e riunioni infinite, la soluzione sembra essere finalmente arrivata: un’altra poltrona. Questa volta, la proposta è chiara: affidare il ruolo di commissario proprio a Ripamonti, già protagonista di una lunga saga di annunci roboanti ma, ahimè, senza mai un lieto fine.
È passato un lustro dall’ultimo vagone in movimento, cinque anni di camion e di strade ingolfate dal carbone, cinque anni in cui, tra proclami e burocrazia, il nulla è stato elevato a vera e propria arte. E ora? Ora la grande idea è prorogare la gestione commissariale, giusto per non rompere la tradizione. Perché, si sa, la gestione ordinaria è noiosa: vuoi mettere il fascino di una crisi permanente?
Ma attenzione, la scelta del commissario non è cosa da poco. Dopo tutto, serve qualcuno che conosca bene la situazione. E chi meglio di Ripamonti? È da anni che si interessa alle funivie – per interessarsi, intendiamo ovviamente presenziare a tavoli di confronto, rilasciare dichiarazioni di circostanza e, soprattutto, restare fermo come i vagoni. Un’esperienza sul campo che pochi possono vantare.
Intanto, tra le polverose stanze della politica, qualcuno accenna a un progetto di sinergia ferrovia-fune, un’idea così futuristica che pare sia uscita direttamente da un romanzo di fantascienza. Peccato che nessuno abbia pensato a un dettaglio insignificante: i vagoni sono ancora fermi. E, come sottolineano i sindacati, non si vedono né manovre ferroviarie né convogli pronti a partire.
Dunque, qual è la strada da seguire? Semplice: un’altra nomina, un altro commissario, un’altra poltrona. E mentre Ripamonti si prepara a salire su questo prestigioso trono, i cittadini di Savona possono solo sperare che, un giorno, anche i vagonetti decidano di muoversi. Chissà, magari nel prossimo secolo.
Nel frattempo, possiamo consolarci con una certezza: se le funivie non si spostano, almeno le poltrone continuano a girare. E questa sì, che è una tradizione italiana!

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