Forse sarebbe stato meglio che la signora si fosse rivolta, anche, ad un patronato. Purtroppo i 15 valevano se erano stati maturati prima del 31 dicembre 1992. Per quanto riguarda le lavoratrici in seguito diventate casalinghe ed hanno versato i contributi volontari ( pagavano il minimo in quanto Inps e patronati dicevano che era inutile pagare di più in quanto avrebbero comunque maturato il diritto alla minima ), c’ è stata, però, la famigerata legge 503/1992 ( governo Amato ), che di fatto ha bidonato gran parte delle lavoratrici che sono diventate casalinghe. Chi sceglieva di diventare casalinga lo faceva perché i rettiti del marito potevano permettere alla moglie di dedicarsi completamente alla cura della casa e dei figli. Il suddetto genio, ha stabilito che la minima la potevano ottenere soltanto se il reddito del marito fosse stato inferiore a 3 volte il minimo. Ho seguito la loro vicenda, partecipando ai convegni che si svolgevano a Genova nel 1997, in quanto anche mia moglie rientrava in questa categoria. Moltissime per perdere il diritto si sono separate dal marito, anche se sicuramente avranno continuato a vivere in comune. Con mia moglie abbiamo deciso di non separarci e la sua attuale pensione è di 146 €. Quel signore che l’ ha bidonata si gode una pensione di 31.000 € al mese: http://www.sanguisughe.com/2012/04/amato-31mila-euro-al-mese-di-pensione-nominato-consulente-del-governo-per-i-soldi-ai-partiti/