La Federazione Provinciale Savonese del PSI sull’attuale crisi della sanità provinciale |
La Federazione Provinciale Savonese del PSI accoglie positivamente le valutazioni ed i commenti espressi da alcuni politici ed amministratori regionali e locali su come provare ad uscire dall’attuale crisi della sanità provinciale e, più in generale, regionale, dopo che, per primi, abbiamo provato a stimolare tutta la classe politica ad una seria presa d’atto della situazione in essere che va affrontata, secondo noi, con un approccio del tutto differente rispetto al passato. In effetti, a parte la posizione di alcuni che continuano ad essere guidati da un miope campanilismo o, forse, da soli calcoli sul proprio consenso personale, apprezziamo sicuramente il fatto che, dopo la nostra presa di posizione circa la necessità di riconsiderare il sistema sanitario provinciale partendo dalla rete ospedaliera è oggi decisamente sovradimensionata rispetto al bisogno e, soprattutto, alle risorse disponibili; lo stesso presidente Burlando abbia dichiarato che a ponente occorre che ci sia un solo ospedale e che l’assessore alle politiche sociali del Comune di Savona, Isabella Sorgini, abbia voluto rilanciare il concetto da noi già espresso con la massima chiarezza e, cioè, che il sistema provinciale non è più in grado di reggere 4 ospedali. Detto questo, poichè riteniamo che l’assetto della sanità regionale e, quindi, anche della provincia di Savona, debba essere ridisegnato con un progetto di ampio respiro, il sistema dovrà essere per forza ripensato tenendo conto della sinergia ospedale-territorio, così come in passato da noi più volte dichiarato con documenti ufficiali –scrive in una nota Pietro Li Calzi, Segretario Provinciale Psi. La posizione espressa dalla Conferenza dei Sindaci della Valbormida con le 12 proposte formulate per l’Ospedale di Cairo, mette in evidenza la mancanza di una visione complessiva del problema. Un ospedale è tanto più forte ed efficace, quanto più forti ed efficaci sono i servizi territoriali dell’area di riferimento. Per questo riteniamo che la battaglia sul potenziamento dell’Ospedale non vada nella direzione giusta, in quanto non ha finora tenuto in nessun conto i servizi territoriali. Riteniamo, ad esempio, che le risorse a disposizione potrebbero essere meglio utilizzate, piuttosto che per un potenziamento del Pronto Soccorso e della Chirurgia “ ennesimo doppione “ per un potenziamento del 118 con eventuale elisoccorso, servizi che garantirebbero in pochissimi minuti il trasporto delle urgenze direttamente verso il centro di secondo livello più adeguato. L’obiettivo finale crediamo debba essere quello di avere due ospedali provinciali di grande eccellenza in grado di dare un’offerta completa di servizi, ciascuno dei quali specializzato su determinate branche “per eliminare costosi ed inutili doppioni “ potenziando nel contempo l’offerta sul territorio al fine di garantire la presa in carico del cittadino in tutto il ciclo assistenziale, che va dalla fase della prevenzione a quella della riabilitazione. Oggi più che mai è necessario che la politica parli ai cittadini con chiarezza, evitando di riproporre le solite formule, dettate spesso dall’imminenza di una scadenza elettorale.
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