L’area degli ex Cantieri Solimano a Savona è pronta a trasformarsi con un progetto che, sotto la promessa di offrire spazi pubblici alla cittadinanza, sembra riproporre un copione ormai consolidato: la costruzione di nuovi palazzi. L’archistar Marco Peluffo, già noto in città per il design del Campus Universitario e del centro commerciale Le Officine, firma questa nuova iniziativa architettonica.
Il Piano Urbanistico Comunale (PUC) originariamente prevedeva edifici di quattro piani, ma il progetto attuale punta a realizzarne sei più un attico. Nonostante l’incremento in altezza, Palazzo Sisto garantisce che i nuovi edifici non supereranno la torre della vicina Villa Zanelli, rispettando il paesaggio circostante. Tuttavia, i cittadini potrebbero interrogarsi sul reale beneficio di questa trasformazione, vista la continua espansione edilizia a scapito di aree libere e storicamente significative.
A marzo l’amministrazione aveva sottolineato che l’intesa raggiunge un duplice interesse pubblico: ridurre il consumo del suolo sia rispetto alla situazione esistente sia rispetto alle previsioni del PUC e aprire la vista del mare su via Nizza. Una dichiarazione, questa, che ha suscitato perplessità: non è immediato comprendere come l’aumento di altezza degli edifici possa effettivamente favorire l’apertura della vista al mare, piuttosto che limitarla ulteriormente. Sarebbe utile una maggiore chiarezza e dettagli tecnici che spieghino questa affermazione, considerato che si tratta di un aspetto centrale nella presentazione del progetto.
La gestione del progetto, completamente affidata a Palazzo Sisto senza il coinvolgimento di altri enti, promette un iter amministrativo più rapido. Ma è evidente che, dietro l’incremento di altezza degli edifici, si nascondano esigenze economiche più che un reale impegno per il miglioramento della qualità urbana. La promessa di spazi pubblici sembra più un pretesto per giustificare l’ennesima operazione immobiliare.
L’equilibrio tra modernità e rispetto per il contesto storico della zona è ormai un tema ricorrente, spesso sacrificato sull’altare dello sviluppo edilizio. L’aumento dei piani previsto da questo progetto appare come un ulteriore esempio di una politica urbanistica orientata prevalentemente al profitto di pochi. Ancora una volta l’amministrazione predilige i costruttori rispetto alla comunità