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Eventualità di un sequestro della centrale Tirreno power

A Savona l’eventualità di un sequestro della centrale Tirreno Power
 come accaduto a Taranto.
E intanto arrivano dalla Regione i dati della mortalità dal 2005 al 2010
che saranno esaminati dai consulenti della procura.

CON l’ombra di una “svolta Taranto” caldeggiata dai comitati e temuta dall’ambiente politico, imprenditoriale e sindacale, l’inchiesta della procura di Savona sulla centrale a carbone di Vado Ligure, Tirreno Power, entra in questi giorni nella sua fase decisiva. Stanno, infatti, arrivando dagli archivi informatici della Regione i dati relativi a cinque anni di decessi, aborti, malformazioni e patologie cancerogene, in provincia di Savona che verranno esaminati dai consulenti nominati dal procuratore capo Francantonio Granero.

La magistratura vuole capire se i fumi e le emissioni delle grandi ciminiere della centrale abbiano arrecato danno alla salute dei savonesi. Per essere più specifici se abbiamo provocato decessi o comunque gravi patologie — tumori, malattie dell’apparato espiratorio — alle decine di migliaia di persone residenti non solo nei comuni a ridosso dell’impianto — Vado e Quiliano — ma anche a quelli esposti per via dei venti, e quindi Savona, Spotorno e molti altri ancora. I dati che inizieranno ad esaminare i periti (Paolo Crosignani, primario dell’istituto Tumori di Milano, già perito di parte nel processo per le morti d’amianto; Valerio Gennaro, responsabile del dipartimento di Epidemiologia dell’Ist di Genova e membro dei Medici per l’Ambiente, consulente della procura per l’Enichem di Porto Marghera e poi per il maxi processo contro l’Ilva di Genova; Paolo Franceschi, pneumologo di Vado Ligure, responsabile per l’ambiente dell’Ordine dei Medici di Savona) sono quelli relativi al quinquennio 2005-2010, non essendo aggiornati, come invece accade in Emilia e Veneto, i dati provenienti dagli uffici della Regione Liguria.

Ormai da un paio d’anni il tema della centrale di Vado e il suo progetto di ampliamento hanno spaccato la società savonese. Con molte situazioni di imbarazzi e contraddizioni. Spaccature si sono verificate all’interno del Pd specie da parte di esponenti residenti nei comuni più coinvolti, ed anche i partiti della sinistra tradizionalmente più sensibili alle tematiche ambientali qui sono “congelati” per via di legami ed incarichi a livello sindacale con una Cgil che ha sposato la linea di Regione e azienda.

I clamori di Taranto, con il sequestro dello stabilimento, da qualche giorno stanno provocando un clima di ansia o di attesa, a seconda dei fronti, per quelle che saranno le conclusioni dei periti e quindi le decisioni della procura nel caso dovesse ipotizzare un pericolo attuale per la salute delle persone.

I dati sanitari analizzati dagli epidemiologi (probabilmente il dottor Gennaro sarà affiancato da alcuni collaboratori dell’Ist di Genova) verranno poi incrociati con quelli sulle emissioni, per le quali, un anno fa, i tecnici di Arpal avevano già fornito un primo dossier alla procura savonese.

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