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Esame obiettivo della situazione

On.Giacobbe Anna parlamentare del PD Lei certamente ricorderà le dichiarazioni fatte quel giovedì 23 Settembre 2010 quando quel giornalista , accompagnato dal libraio,le chiedevano domande sulla mortalità precoce e Lei aveva ritenuto quella modalità una sorte di”terrorismo”che offende persone come Lei che sono felici di vivere a Sant’Ermete e che hanno scelto di andare a “farci il nido”e ci hanno portato i propri”cuccioli” e Lei ha dichiarato che non è vero che lì si muore più che altrove. Le passate amministrazioni comunali hanno lavorato per ridurre l’impatto di questo grande impianto ingombrante .Ci sono riuscite .Dove,Come,Quando !?!?!?!? I problemi di De Benedetti e di Tirreno Power …….oltre 750 milioni di debiti.Tre top manager inquisiti per disastro colposo,tra cui il capo dell’impianto, su iniziativa dei pm di Savona. Un azionista di controllo straniero,il colosso francese Gdf Suez,un secondo socio a sua volta in crisi nera per i debiti,l’italiana Sorgenia,del gruppo Cir,che fa capo alla famiglia De Benedetti e agli austriaci della Verbund in uscita dalla società. E, secondo le voci che circolano da qualche giorno al ministero dello Sviluppo economico,sull’azienda si profila lo spettro dell’amministrazione controllata. Nel frattempo l’azionista Sorgenia,assistita da Lazard,sta negoziando con le banche creditrici una ristrutturazione del suo monte debiti,ben 2,2 miliardi di euro complessivi principalmente verso Mps(600 milioni) Intesa(371)Unicredit(130)Ubi(120)Bipiemme(177)Banco popolare(177) Mediobanca(143). Dopo quanto descritto sopra e leggendo le ultime dichiarazioni effettuate dall’on.Anna Giacobbe e qui riportate, sembrerebbe che la stessa abbia cambiato partito poiché oltre che essere condivisibile la sua preoccupazione è certamente chiara per l’intera situazione creatasi assumendo una posizione che i suoi colleghi politici dello stesso partito PD non hanno assunto e si sono guardati bene dal rilasciare dichiarazioni in merito. “Occorre un salto di qualità nell’azione delle istituzioni a tutti i livelli – dice Giacobbe -; gli accordi e le autorizzazioni a suo tempo rilasciate non sono più una cornice sufficiente a dare risposte né all’allarme per le condizioni ambientali e sanitarie, né alle questioni produttive ed occupazionali. E’ necessario verificare le reali intenzioni dell’azienda; cioè se le inadempienze denunciate non siano legate ad un disimpegno rispetto agli accordi complessivamente stipulati; in definitiva se l’azienda non sia più interessata a quell’investimento, o non più in grado di farlo, per la situazione finanziaria e dei rapporti tra i soci, molto difficile”.

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