L’esplosione di una raffineria a Calenzano, nel Fiorentino, riaccende i riflettori su un tema delicato e sempre attuale: la sicurezza degli impianti industriali vicini ai centri abitati. E inevitabilmente, la mente corre a Savona, dove un deposito di prodotti energetici si trova a pochi metri da case e scuole, e, incredibilmente, a due passi da un grande centro commerciale.
Una domanda sorge spontanea: chi ha pensato fosse una buona idea costruire un centro commerciale così vicino a un deposito di carburanti? È chiaro che il deposito esisteva già, quindi viene da chiedersi se, al momento della progettazione del centro commerciale, siano state rispettate tutte le normative di sicurezza. Ma non solo: il deposito stesso, oggi, è adeguato agli standard più recenti? Esiste un piano di evacuazione in caso di incidente?
Le regole, si spera, sono state rispettate, ma la posizione non può non far riflettere. A fronte di incidenti come quello di Calenzano, ci si rende conto che nessuna zona può essere considerata completamente immune da rischi. E in un’area ad alta densità come quella savonese, dove abitazioni e attività commerciali si trovano così vicine a un impianto industriale, l’idea di un’emergenza è tutt’altro che rassicurante.
Savona ha un piano d’emergenza? I cittadini sono informati su cosa fare in caso di incidente? I piani di evacuazione sono realistici o finiscono nel solito cassetto delle buone intenzioni? Perché la sicurezza, in casi come questo, non è un’opzione: è una necessità.
E mentre speriamo che tutto resti sotto controllo, sarebbe utile che le autorità locali facessero chiarezza, garantendo alla comunità non solo rassicurazioni, ma anche un’informazione trasparente e continua. Perché vivere serenamente accanto a un deposito di carburanti non è solo una questione di abitudine, ma di fiducia nelle istituzioni.