Elezioni – Roma ladrona la Lega non perdona Come da tradizione dei programmi di centrodestra, non poteva mancare il cavallo di battaglia che ha accompagnato tutte le campagne elettorali dal 1994 ad oggi ossia il condono o sanatoria fiscale. Silvio Berlusconi nel 2010, durante il suo ultimo governo, dichiarava “La libertà è messa in dubbio tutti i giorni dall’oppressione fiscale tributaria e giudiziaria“. Per il Cavaliere i suoi annosi problemi con fisco e giustizia, dovrebbero affliggere anche milioni di lavoratori autonomi onesti o dipendenti e pensionati a cui le tasse sul reddito gli sono trattenute direttamente alla fonte. Nel programma della Lega di Salvini il condono o sanatoria fiscale assume il nome di “pace fiscale”. Secondo quanto riportato nel programma… |
Equitalia avrebbe accumulato crediti per 1058 miliardi di euro nei confronti di quasi 21 milioni di contribuenti. Le elaborazioni degli esperti di fisco del carroccio stimano che di questi 1058 miliardi sarebbe possibile recuperarne 650, essendo la restante parte imputabile a soggetti nullatenenti, falliti, deceduti o che hanno cessato la loro attività. Per sanare la situazione debitoria, la Lega proporrebbe di pagare, a seconda della situazione in cui si trova l’evasore, da un minimo del 6% ad un massimo del 25% del dovuto, con un’aliquota intermedia del 10%. Questo provvedimento, secondo le proiezioni della Lega, porterebbe nelle casse dello Stato 60 miliardi in 2 anni. Denaro che con le procedure attuali resterebbe irrecuperabile. Per la Lega questo non sarebbe un regalo agli evasori ed il provvedimento escluderebbe i “grandi” contribuenti, ma verrebbe applicato a quei contribuenti che abbiano in sospeso con il fisco fino a 200.000 euro comprensivi di sanzioni, interessi e more. Viene quindi proposto un esempio di un commerciante che a causa della crisi incassava a fatica, ha dovuto chiudere per la sua situazione debitoria e ha deciso di lavorare in nero per risultare invisibile al fisco ed evitare di dover sanare la sua situazione debitoria. Non è da escludere che quel commerciante o piccolo imprenditore, prima di chiudere la propria attività, avesse dei dipendenti. Ammesso che i dipendenti non fossero pagati anche in nero, ai lavoratori le imposte da lavoro dipendente vengono tuttavia trattenute direttamente in busta paga, con aliquote relative al reddito percepito, sicuramente superiori al 10% e non è da escludere anche al 25%. Lo “sfortunato” imprenditore avendo facoltà di versare le imposte successivamente, e potendo eventualmente decidere di evaderle in tutto o in parte, verrebbe, con buona pace, a pagare un’aliquota inferiore ai propri dipendenti. La cosiddetta pace fiscale sarebbe quindi un provvedimento che interesserebbe una certa categoria di cittadini e quindi si potrebbe definire anche un po’ classista. Rebagliati – Caprioglio La giunta di Savona a guida leghista evidentemente sempre in affanno per i buchi nel bilancio del comune non guarda in faccia a nessuno e parrebbe avere dissotterrato l’ascia di guerra nei confronti dei cittadini evasori in materia di imposte locali e nei confronti dei commercianti. La pace fiscale, almeno fino a dopo le elezioni, sembrerebbe invece essere stata accordata al consigliere e capogruppo della Lega Alda Dallaglio Rebagliati. Deve 15 mila euro al Comune: capogruppo morosa, la Lega perdona fino alle elezioni Roma ladrona la Lega non perdona, da quando a Roma si è arrivati e nella speranza di tornarvi in pompa magna, si è dovuto evidentemente fare di necessità virtù. |