Non c’è dubbio che non avere ancora un candidato ufficiale non sia un buon inizio, e tutti si chiedono quando si risolveranno le controversie. Non si capisce perché l’accordo avvenuto a Reggio Emilia e in Umbria non si riesca a realizzare in Liguria. Il campo largo stenta a nascere, figuriamoci il campo larghissimo, dove Azione non smette di criticare il PD e Italia Viva amministra il comune di Genova con il centrodestra.
Per ora, le polemiche sono tenute nascoste, ma è chiaro che il PD è contrariato dalla mossa del M5S di presentare un candidato alternativo, Luca Pirondini, che rallenta l’ufficializzazione della candidatura di Andrea Orlando alla carica di presidente della regione. Un conto è fare incontri (gli appuntamenti alle Feste dell’Unità stanno iniziando) con l’investitura ufficiale, un altro è con una probabile candidatura.
Quanto dovrà ancora attendere Andrea Orlando prima che il campo largo o larghissimo si stringa su di lui? Sempre più credibile l’ipotesi che ci sia qualcuno che voglia farlo fuori logorandolo, finché non sarà lui a mandare tutti a quel paese.
Centrodestra: il nome del candidato presidente si saprà ai primi di settembre.
Quel giorno, i tre leader discuteranno, oltre ai temi nazionali, anche della questione Liguria. Come ormai noto, tra i favoriti per la candidatura c’è il vicesindaco di Genova, Pietro Piciocchi, ma sono apprezzati anche Ilaria Cavo e Marco Scajola, senza dimenticare i papabili civici Beppe Costa e Lorenzo Cuocolo.
Il Governo dovrà decidere anche la data delle elezioni. Il presidente ad interim, Alessandro Piana, ha avanzato la proposta del 27 e 28 ottobre, e quella dovrebbe essere la data che riceverà il consenso del governo, visto che voci di corridoio indicano che non ci sarà l’accorpamento con le altre regionali di Emilia-Romagna e Abruzzo (17 e 18 novembre), come sembrava in precedenza. Il motivo principale della conferma del 27-28 ottobre è l’inizio del processo a Toti a novembre, che potrebbe influenzare il voto.