Elezioni regionali: nel centro destra la commedia post-liberazione di Toti mentre il pd si complica la vita

Giovanni Toti, nella sua prima conferenza stampa da uomo libero, ha fatto capire chiaramente che per le elezioni non si può fare nessuna scelta senza il suo benestare. Il centrodestra sta cercando di trovare una quadra, ma al momento sembra più un puzzle con pezzi mancanti e nessuno ha ancora trovato la scatola giusta.
Solo dopo i prossimi incontri romani con Matteo Salvini e Giovanni Donzelli, che non perde occasione per ricordarci che è amico personale di Toti, si potrà capire qualcosa di più su quali saranno le prossime mosse del centrodestra, con la tanto attesa investitura del candidato.
Quella del candidato è il grande tema del giorno. Politico o civico? Una domanda esistenziale che tormenta i notabili del centrodestra. Claudio Scajola, ex ministro e attuale sindaco di Imperia, punta sul civico e pare abbia una rosa di tre nomi, ma li tiene stretti come se fossero i numeri vincenti della lotteria.
Per un candidato politico spunta sempre il nome di Edoardo Rixi, che sembra essere il jolly di questa partita di poker politico, ma tra i papabili ci sono anche Ilaria Cavo, conosciuta per il suo passato da volto televisivo, Pietro Piciocchi, il vicesindaco di Genova che rappresenta metà degli elettori della regione, e l’emergente Marco Scajola (passerà in FdI?).
Insomma, una vera e propria commedia dei veti, degli inganni, con alleanze fragili, candidati misteriosi e un senso di urgenza che non fa altro che aggiungere pepe alla situazione.

Dall’altra parte, se c’è una cosa che il Partito Democratico sa fare bene, è complicarsi la vita. Con le elezioni regionali in Liguria alle porte, il segretario dei dem genovesi, Simone D’Angelo, ha pensato bene di proporre un’apertura straordinaria delle discussioni elettorali anche ai non iscritti al partito. Che strategia brillante! Perché quando hai già cinquemila voci interne da ascoltare, aggiungerne altre mille esterne sembra l’idea perfetta per ottenere una chiarezza cristallina.
Intanto continua il dilemma del candidato alla presidenza della Regione. Andrea Orlando è il quasi candidato in pectore, ma la sua investitura ufficiale è ancora in bilico tra i giochi di potere a Roma e Genova. Nel frattempo, D’Angelo ha deciso di accelerare le cose convocando la direzione provinciale per il 9 agosto. E qui viene il colpo di genio: una “discussione ampia” che coinvolga rappresentanti di altre forze della coalizione, e non solo. Che grande idea! Niente come una bella confusione di idee per rendere tutto più semplice. E, come se non bastasse, c’è anche l’idea di aprire le sedi del PD a chiunque abbia voglia di partecipare.
Perché, chi non vorrebbe passare una serata a discutere di politica regionale?
Come se non bastasse, Arci e altre associazioni di sinistra lanciano l’idea delle “primarie popolari”. Perché coinvolgere solo i membri del partito quando si può complicare tutto ulteriormente con un percorso partecipato da tutti?
Sembra proprio che il Partito Democratico ligure stia mettendo in atto una strategia geniale: più voci, più confusione, più dibattito per cercare di perdere le elezioni che li vede finora sicuri vincitori.

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