Andrea Orlando ha ribadito la sua opposizione al rigassificatore durante un incontro elettorale a Savona. Ha criticato il modello di sviluppo della regione, definendola “non il ripostiglio dove si mettono le cose che gli altri non vogliono” e ha sottolineato la necessità di una reindustrializzazione sostenibile. Orlando ha anche attaccato la gestione della sanità regionale, focalizzandosi su Alisa, l’agenzia sanitaria regionale e ha criticato la mancanza di una visione chiara del centrodestra su vari temi cruciali.
La questione del rigassificatore di Vado Ligure è al centro della campagna elettorale per le elezioni regionali in Liguria, con una netta divisione tra i candidati. Il centrosinistra, rappresentato da Andrea Orlando, è fermamente contrario, definendo il progetto inadeguato e dettato da interessi politici nazionali. Il centrodestra, invece, guidato dal candidato Marco Bucci, è più cauto e prende tempo, dichiarando la necessità di trovare soluzioni tecniche che concilino la riduzione delle bollette con la tutela ambientale. Il tema resta divisivo e potrebbe influenzare significativamente l’esito delle elezioni.
Marco Bucci sta formando due liste civiche, “Vince Liguria” e “Orgoglio Liguria”, per attrarre centristi, ex totiani e membri della società civile. Tra i nomi spiccano amministratori locali e politici di esperienza. La strategia mira a contrastare Andrea Orlando del centrosinistra, supportato da Italia Viva, Più Europa e Azione. Il centrodestra cerca di coprire tutto il territorio ligure, affrontando difficoltà in alcune province come Spezia e il Ponente. L’obiettivo è colmare il gap al centro e consolidare la base elettorale per le prossime elezioni regionali.
Beppe Grillo ha pubblicato sul suo blog le lamentele di alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle esclusi dalle candidature alle regionali in Liguria e Emilia-Romagna. Le critiche riguardano la gestione delle selezioni, con accuse di esclusioni arbitrarie e mancanza di trasparenza. La votazione interna ha visto prevalere il “sì” alle liste proposte, ma con un 30% di voti contrari, segnalando un malessere tra i membri. Grillo, in conflitto con il presidente Conte, ha dato voce agli scontenti, creando tensioni interne al Movimento proprio durante la campagna elettorale.