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Elezioni regionali: Il PD alla caccia dei moderati, tra intrighi politici e soap opera estive

Nel Partito Democratico si respira un’aria mistica: c’è la convinzione che una lista riformista e moderata sia la chiave magica per bilanciare una coalizione che, con Avs, Sansa e Movimento Cinque Stelle, rischia di pendere pericolosamente a sinistra. Senza i moderati, la sconfitta è dietro l’angolo. Ma tra i moderati ci sono Italia Viva e Azione, che a livello nazionale si guardano in cagnesco come due gatti in una strada stretta. Italia Viva ha già messo dei bei paletti a causa della situazione genovese, ma anche Azione non scherza. Carlo Calenda, sempre pronto a dire la sua, afferma che ci sarà solo se la coalizione farà un buon lavoro sulla sanità e presenterà proposte sensate.
Come se ci fosse qualcuno che non vuole un programma decente!
E come se non bastasse Italia Viva in maggioranza con Bucci a Genova, Calenda riconosce pure che Marco Bucci ha fatto un buon lavoro sulle infrastrutture.
Nel frattempo, +Europa propone una soluzione illuminata: estendere l’unità riformista di Savona a tutta la Liguria. Un’idea che suona quasi utopica (ma conoscono davvero la situazione di Savona?).
Un’altra possibilità, che ha tutto il sapore di una commedia politica, è che uno tra Italia Viva e Azione decida di non unirsi al cartello centrista e scelga di correre da solo per massimizzare l’appeal sul voto riformista, con il rischio molto realistico di finire a celebrare la propria solitudine senza eleggere nemmeno un usciere.
Intanto, nel PD, si continua a riunire assemblee regionali e a formare gruppi di lavoro sul programma, come se fosse un hobby estivo. Si aspetta un cenno da Roma, perché ovviamente, la politica italiana è in perenne attesa di un segnale dall’alto. Ferragosto si avvicina, con la promessa di portare chiarezza sul candidato presidente.
Se  Andrea Orlando resta il nome più forte, sottotraccia vengono prese in considerazione alcune ipotesi alternative, che vanno dal sindaco di Savona Marco Russo, unico primo cittadino di sinistra in un capoluogo ligure, al parlamentare Luca Pastorino di recente rientrato nel PD, fino a l’ex ministro della difesa Roberta Pinotti.
Per ora, la Liguria resta sospesa, come una telenovela che non sembra avere mai fine.

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