CENTRODESTRA: Giovanni Toti, dopo il patteggiamento, si è lamentato di essere stato abbandonato dalla politica, ma il centrodestra ha preso le distanze, minimizzando il caso come una questione personale. Marco Bucci, candidato sindaco di Genova, cerca di evitare il coinvolgimento diretto e difende la legittimità degli atti amministrativi durante il mandato di Toti.
Toti, in un post sui social, esprime il sollievo di aver chiuso una lunga vicenda giudiziaria, ma accusa la politica, anche quella garantista, di non averlo difeso. Toti critica il sistema politico per aver creato leggi moraliste che rendono difficile governare, e sottolinea che la vera sfida è con la politica ipocrita, non con la magistratura. Aggiunge infine solidarietà al ministro Salvini per il processo Open Arms
Alessandro Bozzano, capogruppo della lista Toti e candidato con la lista civica di Marco Bucci, esprime sorpresa per il patteggiamento di Toti, ma difende l’operato della Regione, sottolineando che non ci sono stati atti amministrativi illeciti. Bozzano respinge l’accusa che il gruppo Toti abbia abbandonato l’ex presidente e riconosce che forse Toti si aspettava maggior sostegno dal Parlamento. Non considera il patteggiamento un’ammissione di colpa, criticando gli avversari come Orlando per averlo interpretato in tal modo. Bozzano sostiene che l’esperienza civica della lista Toti continuerà, evolvendosi al di là dei singoli leader.
Anche Carlo Bagnasco, coordinatore di Forza Italia in Liguria, respinge le accuse di Giovanni Toti, sostenendo di non averlo abbandonato personalmente, nonostante le tensioni politiche. Riconosce che Toti ha politicamente indebolito Forza Italia, portandola dal 18% al 6% alle ultime elezioni, ma ora il partito punta a raggiungere il 10% con la lista “Forza Italia con Bucci”. Bagnasco elogia Bucci come leader e difende la decisione di Toti di patteggiare, sottolineando che gli atti amministrativi erano corretti. Forza Italia spera di rientrare in giunta in caso di vittoria.
CENTROSINISTRA: Andrea Orlando si presenta alla base del Movimento 5 Stelle ligure, ammettendo di aver trascurato i rapporti locali con il M5s. Durante l’incontro, tocca temi centrali come infrastrutture, reddito di cittadinanza e democrazia diretta, ottenendo consensi ma anche qualche critica. Propone una moratoria sui centri commerciali e difende i pensionati, criticando l’intenzione del governo Meloni di tagliare le pensioni. Orlando, è riuscito a ottenere l’appoggio sia di Italia Viva di Matteo Renzi che del Movimento 5 Stelle (M5S), superando alcune resistenze iniziali. Italia Viva parteciperà senza simbolo ufficiale, il che ha aiutato a far accettare la loro presenza ai militanti del M5S. Orlando attacca anche Giovanni Toti e il sistema politico ligure, promuovendo una reindustrializzazione sostenibile per la regione. La sua candidatura riceve un’accoglienza positiva, nonostante le resistenze iniziali.
Il consigliere regionale Pippo Rossetti ha confermato che Azione Liguria non correrà da sola alle elezioni regionali, aprendo la strada a una lista riformista a sostegno di Andrea Orlando. Nonostante resistenze interne, specialmente sui simboli dei partiti coinvolti (Psi, Più Europa, Italia Viva), la convergenza è in fase avanzata. Carlo Calenda sembra opporsi a un’alleanza con i renziani, mentre esponenti del “terzo polo” sono attratti dalle liste civiche di Marco Bucci. L’adesione ad Orlando ha provocato l’uscita dal partito di Enrico Costa, seguito forse da Mariastella Gelmini, critici verso questa direzione politica.