Elezioni di ottobre, una riflessione di Bruno Lugaro
uominiliberi
“Mi spiace ma questi sono gli ingredienti della minestra” rispondeva qualche settimana fa Rixi a chi gli faceva notare che la Lega stava mettendo insieme un’accozzaglia di figuri capaci di fare impazzire un sindaco. C’erano quasi riusciti con Ilaria martire e la stessa minaccia aleggia sull’inconsapevole Schirru, mago del bisturi ma non del bastone che dovrebbe usare nel caso di vittoria. Ma fosse solo la Lega il problema. Schirru si “camalla” sul groppone anche i neo fascisti di Fratelli d’Italia e il capriccioso Piero Santi che minaccia fulmini e saette “se non mi garantiscono la poltrona di vicesindaco”. D’accordo, sullo sfondo c’è sempre Toti, l’incantatore di serpenti. Ma questa volta i rettili rischiano di scappargli dalla cesta. E di morsicare il povero chirurgo. A proposito, chissà se Schirru si sarà chiesto se lo slogan elettorale “Facciamo pulizia” fosse un atto di pentimento tardivo del centrodestra che dopo cinque anni lascia la città come una latrina. Russo cercherà con le buone maniere di cacciare il centrodestra da Palazzo Sisto. Porge l’altra guancia senza dare mai uno schiaffo, se la deve vedere con almeno una ventina di pretendenti ad un posto in giunta. E come accadde già nel 2016 alla Battaglia, dovrà difendersi dal fuoco amico cha ha le sembianze di Arboscello. I Cinquestelle si affidano al kamikaze Meles e sembrano rassegnati al ruolo di comparse, anche se sperano di avere qualcosa da incassare in un eventuale ballottaggio. Versace pare si sia candidato solo per fare dispetto a Schirru. E Aschei? Lui è nell’Olimpo: insegna emozioni. Vuoi mettere?