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ECOMAFIA 2014

ECOMAFIA 2014: PRESENTATO IL DOSSIER NAZIONALE DI LEGAMBIENTE 

LIGURIA, OTTAVA NELLA CLASSIFICA NAZIONALE E’ LA PRIMA CLASSIFICATA TRA LE 
REGIONI DEL NORD 

DIMINUISCONO LE INFRAZIONI ACCERTATE MA AUMENTANO DENUNCE, ARRESTI E SEQUESTRI

. LEGAMBIENTE LIGURIA: AFFARI PREOCCUPANTI NEL CICLO DEI RIFIUTI E DEL CEMENTO

I numeri riportati nell’annuale dossier “Ecomafia”, raccolti ed elaborati dall’
Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente sui dati delle forze dell’
ordine del 2013, non lasciano spazi a dubbi. La Liguria continua a primeggiare….

tra le regioni del nord come terra vocata alla penetrazione degli affari 
illeciti. Le 1431 infrazioni accertate (lo scorso anno erano state 1597) 
rappresentano il 4,9% di quelle nazionali, più di quelle registrate in 
Lombardia, Veneto e Piemonte.

Alla diminuzione delle infrazioni accertate sul 
territorio ligure segue un aumento per quanto riguarda le denunce (dalle 1428 
del 2012 alle 1501 del 2013), gli arresti (da 1 a 2) ed i sequestri che passano 
da 216 a 229.



“Continua in modo preoccupante l’ascesa delle ecomafie anche in Liguria – 
commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – e l’affermazione 
del mal affare nella così detta area grigia, formata da funzionari e 
amministratori pubblici e privati che lasciano prevalere, a discapito dell’
interesse pubblico, della salute dei cittadini e della legalità, i loro e 
quelli dei clan. In particolare si conferma una forte attrazione per gli affari 
nel ciclo dei rifiuti e in quello del cemento”.



Nella classifica dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti in Liguria, suddivisa 
per province, quella di Genova primeggia con 72 infrazioni accertate, 88 
denunce e 38 sequestri. Fa un deciso balzo in avanti invece la provincia di La 
Spezia le cui infrazioni accertate passano da 17 a 61, le denunce da 32 a 64 ed 
i sequestri da 8 a 12.



Al terzo posto la provincia di Savona dove le infrazioni sono state 36, le 
denunce 53, i sequestri 4 e le persone arrestate 2, mentre in quella di Imperia 
27 infrazioni, 27 denunce e 6 sequestri.

 Nella provincia di Savona ha fatto scalpore l’operazione coordinata dalla 
procura di Savona e denominata Trash che ha interessato il comune di Pietra 
Ligure dove i reati contestati sono di turbata libertà degli incanti, 
corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e truffa ai danni dello 
Stato. A Genova invece ad attirare gli inquirenti sono state le attività di 
bonifica effettuate dopo le alluvioni del 2010 e 2011 e gli appalti per la 
raccolta differenziata e relativo smaltimento, inchiesta attivata dagli 
inquirenti da una serie di appalti affidati da Amiu a società appaltatrici e 
che ha visto coinvolti cinque dirigenti operativi e un’altra trentina di 
persone. A continuare a preoccupare i cittadini spezzini invece ancora le Navi 
dei veleni e le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, 
sul traffico illecito dei rifiuti, a testimonianza che nei traffici liguri ci 
fosse lo zampino dei clan di camorra e ‘ndrangheta.

Nel ciclo del cemento se lo scorso anno a prevalere negli affari illeciti era 
la provincia di Imperia, quest’anno compie un evidente passo in avanti quella 
di Genova.

Lo scorso anno infatti le infrazioni accertate erano “solamente” 58, quest’
anno si è passati ad 85 mentre le denunce passano da 75 a 120 e i sequestri 
sono più che raddoppiati passando da 17 a 36.

La provincia di Imperia vede 
diminuire il numero di infrazioni da 109 a 71 e le denunce, da 168 a 151, 
mentre i sequestri aumentano da 2 a 4.



Savona, terza in classifica, vede diminuire sia le infrazioni accertate, da 79 
a 56, le denunce da 118 a 87, ed i sequestri da 12 a 11.



Nella provincia della Spezia aumentano le infrazioni da 39 a 43, diminuiscono 
lievemente le denunce da 47 a 44 e i sequestri che da 5 diventano 4.

“Anche il ciclo del cemento, nonostante la crisi complessiva in questo 
comparto, continua a vedere un forte interesse e una capacità di infiltrazione 
mafiosa in tutte e quattro le province liguri – commenta Santo Grammatico – 
come testimoniato dalla relazione della Dna del 2013 relativa alla nostra 
regione, dove si afferma che  quello che è bene subito rilevare è che la 
criminalità di stampo mafioso, così fluida nelle sue manifestazioni ed 
evoluzioni, capace di esercitare un ferreo controllo del territorio ove ha 
avuto origine, nei luoghi di espansione come la Liguria è stata capace di 
attuare una vera e propria mimetizzazione: qui infatti ha adottato moduli 
operativi in grado di plasmarsi alla diversa realtà territoriale, contaminando 
questa realtà, rendendo nel contempo più difficile la comprensione e l’
emersione del fenomeno>. Dal nostro punto di osservazione rileviamo in positivo 
il continuo lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura e come in 
questi anni si sia creato un movimento di opinione e di sensibilizzazione, 
formato da présidi sul territorio e da molte associazioni in rete grazie a 
Libera che intervengono nelle scuole e sono attive per informare e promuovere 
la cultura antimafia e della legalità”.

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