È passata quasi inosservata la presentazione dello studio di prefattibilità a Palazzo delle Azzarie, un piano che punta al rilancio del Santuario integrando turismo outdoor, welfare e cultura in chiave innovativa.

Diversamente da altre iniziative, stavolta la giunta ha fatto ben poca pubblicità all’evento. Anzi, l’orario scelto per la presentazione sembra pensato apposta per scoraggiare la partecipazione dei cittadini.

Un vero e proprio dietrofront sul fronte della partecipazione, da sempre sbandierata come fiore all’occhiello dell’amministrazione Russo. Non a caso, all’inizio dell’incontro, il sindaco si è affrettato a precisare che non erano previste domande dal pubblico. Forse, memore delle recenti contestazioni scoppiate durante l’incontro al Palaseas sul nuovo sistema di raccolta rifiuti.

Eppure, lo studio presentato è tutt’altro che secondario: contiene proposte e scenari di sviluppo che potrebbero segnare una svolta per il futuro del Santuario. Sarebbe stato logico, quindi, accompagnarlo con un vero confronto pubblico…leggi da Savonanews

Presentato a Palazzo delle Azzarie lo studio di prefattibilità firmato da Ideazione, società specializzata in marketing territoriale, per il rilancio del Santuario di Savona. L’idea è ambiziosa: integrare tre assi strategici—turismo outdoor, welfare intergenerazionale e valorizzazione culturale—per dare nuova vita a un’area ricca di potenzialità ma colpita da spopolamento e invecchiamento della popolazione.

Lo studio, nato da un protocollo tra Comune, Opere Sociali e Diocesi, si basa su un’attenta analisi del territorio e su interviste ai cittadini. I punti di forza? Il patrimonio artistico, la rete di sentieri, la natura. Le criticità? Declino demografico e isolamento.

Le proposte: incentivare l’escursionismo e l’accoglienza turistica; sviluppare servizi di co-housing e formazione sanitaria; creare un polo museale legato all’arte sacra del Santuario, coinvolgendo anche designer per reinterpretare i tessuti liturgici in chiave contemporanea.

Per la gestione si pensa a una Fondazione partecipata tra enti pubblici, affiancata da un’associazione imprenditoriale incaricata di attrarre fondi e innovare i servizi. Fondamentale sarà il ruolo della comunità locale, con residenti, commercianti e associazioni chiamati a contribuire alla costruzione del futuro del Santuario.

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