“È così, prendetene atto, perché se ne può discutere quanto volete, ma questa è la situazione.”
Una dichiarazione che si è riverberata in tutto il dibattito di oggi, rendendo evidente l’atteggiamento di chiusura della maggioranza nei confronti di proposte alternative o correttive.
Proprio in commissione, la minoranza ha avanzato la proposta più sensata: fermare tutto per un periodo e riorganizzare il sistema in modo più efficace e condiviso. Ma, com’era prevedibile, la proposta è stata totalmente ignorata.
L’inizio della commissione è stato preceduto da un presidio in piazza Sisto, dove decine di savonesi si sono riuniti per manifestare contro l’avvio imminente del sistema “porta a porta”.
Poi l’arrivo nella Sala Consiliare, affollata come raramente accade, per ascoltare il confronto tra consiglieri e vertici di Sea-s, l’azienda incaricata della gestione.
La tensione è palpabile soprattutto nei quartieri periferici, dove i cittadini saranno costretti a usare bidoni condominiali, con turni di esposizione, problemi igienici e difficoltà organizzative. Nel frattempo, il centro cittadino avrà cassonetti “intelligenti” e un servizio più agile, pur pagando la stessa Tari.
Durante la commissione, il confronto è stato animato ma poco risolutivo. I tecnici di Sea-s hanno presentato i dettagli operativi, ma le critiche sollevate da cittadini e consiglieri di minoranza sono rimaste sostanzialmente senza risposta.
Tra i nodi più discussi:
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la gestione del personale incaricato di esporre i bidoni condominiali,
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i costi aggiuntivi per l’igienizzazione,
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la disparità tra centro e periferie,
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l’assenza di una reale fase sperimentale o di coinvolgimento preventivo.
Alla fine della seduta, l’impressione è che il dado sia tratto, proprio come ha lasciato intendere il sindaco con quella frase tranchant.
E il senso di frustrazione, dentro e fuori la sala, resta intatto.