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Dove va la comunicazione?

Non mi ritengo in competizione con Astengo maestro letterale e fine pensatore politico, però se leggo il suo articolo appena pubblicato sulla comunicazione mi sorgono dubbi.

A chi è rivolta questa semplice presa d’atto della evoluzione forzata che la pandemia ha provocato con il digitale?

Ha ragione Astengo la realtà…anche aumentata come insegnano anche qui al Campus sta diventando una storia a sé, la realtà in sintesi è apparenza e il disorientamento sociale, la paura che fa chiudere nell’individualismo è il refréne. Niente di nuovo!

Ma riaprire la storia significa dare un taglio netto alle analisi vecchie.

Però conoscendo il suo impegno politico che si trascina da una parte “per conto dei cittadini ancora non omologati”, dall’altra dentro pateracchi di porzioni politiche in gara per le elezioni comunali con tutto e di più. Anzi proprio con gruppi di riferimento dei soliti noti potentati locali che vorrebbero “aumentare la propria realtà virtuale mettendo mani sul comune” mi viene sconforto.

Proprio una quota importante di persone con passati storicamente, come dice lei, che hanno responsabilità di una deriva (compresa la comunicazione) che tutti possiamo vedere, pur in mezzo a persone semplicemente oneste, ma sprovvedute.

Chi pur essendo rappresentato da partiti storici a Savona NON ha fatto nessuna opposizione con la coda fra le gambe, poichè nella tornata precedente avevano …già dato dimostrazione di sé con un’amministrazione pessima e devastante di risorse e servizi su cui hanno impostato il silenzio di fatto e levato le tende dal sociale dei territori, al massimo con qualche sparuto grido nel C.C. ha di fatto aperto la strada a Toti ed ai suoi sodali locali.

E lamentarsi genericamente di una situazione pur vera di tridimensionalità congenita che trasforma la vita ogni giorno a Sv, ma non solo ovvio, non spiega nulla.

La tecnica come l’I.A. ed il progresso tecnologico che è presente, è usato per una accelerazione dei processi economici e sociali che espropria i cittadini non solo economicamente, produttivamente e socialmente, ma li fa vivere in una “bolla virtuale” perchè dietro c’è un progetto vecchio come il mondo, anche se aggiornato all’attualità.

Il capitalismo finanziario è il suo nome e sia che percorra in volo come merci da una parte all’altra del mondo, sia la ricerca industriale attraverso processi globali di mercato e di controllo come il 5G, il controllo monetario, sia l’editoria digitale e letteraria sono strumenti utilizzati.

Banalmente i ricchi diventano più ricchi e i poveri hanno ogni giorno un pezzo in meno di democrazia, servizi e di ricchezza personale oltre ad un ambiente che diventa più ostile per le assurdità subite, quindi sono più disorientati, ricattati e senza riferimenti.

Lasciamo il generico su cui forse ci riconosciamo pur con differenze, entriamo nel merito.

Parliamo della proposta di nuova centrale a metano della Tirreno Power, parliamo degli ospedali regalati anche in provincia ai privati dentro una sanità che usa il Covid come coperta ormai bloccata completamente per la parte pubblica, parliamo della nuova richiesta fatta mi pare a Cairo di un nuovo termoinceneritore per smaltire CSS, parliamo delle operazioni di abbordaggio finanziario alla partecipata del comune di Sv da parte di quella di Vado L. , mentre la società di Sv occupata da manager noti e benpagati fa solo danni e neppure ha un piano di cambiamento ma solo di sopravvivenze di sé, parliamo di come usare fondi e leggi esistenti come il superbonus 110 % per avere lavoro vero, continuativo e non climalterante che da benefici immediati ai cittadini e li rende padroni della propria energia anche non sprecando.

Parliamo di come si può rinnovare lavoro e legare imprese per lo più artigiane e ricerca universitaria, parliamo di quell’inutilità in auto-concorrenza fra porto Vado e Genova per merci che non ci sono più su investimenti miliardari pubblici gestiti da privati

Insomma stare sul pezzo significa elaborare proposte, far schierare tutti, amici e “falsi amici” della gente che su queste cose DEVONO dire la loro, spiegare, creare informazione parallela e battersi.

Ma soprattutto fare rete su quei temi, poiché con le parole non si cambia la realtà sociale.

A Sv c’è chi ci prova con tutti i limiti, nella regione si stanno muovendo reti di decine di comitati e associazioni certamente minoritarie, ma attive e coscienti sulla prospettiva della “città della cura” di noi stessi, intesa in senso più ampio del tema sanitario.

Diversamente si fa la politica del “grillo parlante” che non finisce bene e si viene usati…

Con affetto, Gianni Gatti

31/12/2020

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