Dopo 3 anni, l’Agenda del Patto per Savona: tra promesse e realtà, un viaggio tra il dire e il fare.

L’Agenda  sfuocata

Linee Guida: come perdersi tra i “grandi progetti” e i “volani di sviluppo”
Le Linee Guida dell’Agenda sembrano una dichiarazione d’amore per la progettualità, le connessioni e il futuro radioso di Savona. Peccato che nella pratica assomiglino più a una caccia al tesoro senza mappa. Vediamo insieme questi “pilastri” che, al momento, sono più che altro un’impalcatura traballante.

Progettualità: “Indicare le componenti di un progetto strategico” è stata l’idea brillante. E infatti, abbiamo tanti progetti… ma strategici solo nel confondere le priorità.

Connessioni: Trovare connessioni tra sviluppo sostenibile, cultura e quartieri era una sfida ambiziosa. La realtà? Le uniche connessioni che funzionano sono quelle dei savonesi sui social, dove discutono delle strade interrotte e delle promesse mai mantenute.

Patto: Un patto con i cittadini, con gli enti, con le forze sociali… praticamente un patto con chiunque respiri. Purtroppo, sembra che l’unico “patto” rispettato sia quello del silenzio tra i responsabili, perché i risultati concreti latitano.

Coralità: Savona doveva trasformarsi in un’orchestra, con il Consiglio Comunale valorizzato e strumenti di governance innovativi. Invece, ci troviamo con una sinfonia stonata, dove i cittadini suonano la marcia della protesta mentre gli strumenti di governance restano chiusi nella custodia.

Comprensorialità: La sinergia con i comuni limitrofi è fondamentale. E infatti, la mobilità è così “connessa” che sembra impossibile muoversi da un comune all’altro senza un GPS e una dose di pazienza olimpica. Rifiuti? Un tema “comprensoriale” nel senso che tutti li comprendono… tranne i responsabili.

Struttura di reperimento fondi: Una struttura centralizzata per coordinare i finanziamenti: geniale! Peccato che questa struttura sembri un castello di carte con il CIG, quello sconosciuto.

Buone pratiche: L’Agenda cita esperienze virtuose di comuni italiani avanzati. Ma a Savona, più che buone pratiche, abbiamo assistito a “pratiche lente” e “esperienze di sopravvivenza”, tra buche e inefficienze.

Smart City: Una città accessibile, interattiva e in Realtà Aumentata. Ecco, forse il digitale è l’unico luogo in cui questa visione si realizza. Perché nella Savona reale, le uniche interazioni tecnologiche sono quelle con il parchimetro… quando funziona.

Proposta Simbolo Savona Capitale della Cultura: sogno infranto o vittoria morale?
Uno degli obiettivi principali della Giunta è la candidatura a Capitale Italiana della Cultura. Dopo mesi di preparazione e un dossier volto a valorizzare la storia e l’identità savonese, l’entusiasmo iniziale pare però stia diminuendo. Dalla speranza di ottenere il titolo, si è passati a un piazzamento tra le finaliste, con la consapevolezza che anche solo la partecipazione rappresenti una vittoria morale. “Savona ha già vinto,” ha dichiarato il Sindaco, mettendo le mani avanti qualunque cosa succeda. Spesso si ha l’impressione che ogni iniziativa per la candidatura sia soprattutto usata in funzione della prossima campagna elettorale
E il Teatro Chiabrera aperto tutti i giorni dell’anno? Non è neppure ancora finito il restauro, per non citare la vicenda degli eterni lavori sulla piazza antistante.

Alleanza città-porto: il ponte delle macerie
L’Alleanza città-porto si è trasformata in un soliloquio tra il sindaco e il mare. Le macerie della sede dell’autorità portuale continuano a essere il nostro totem urbano, un monumento all’immobilismo. Per l’elettrificazione del porto dicono sia tutto pronto ma per ora  è tutto fermo (si opterà per  un sistema a pedali?)
Quanto all’uscita e all’entrata del porto, il problema non è stato neppure affrontato. Si parla di un tunnel, ma per ora l’unico tunnel esistente è spesso bloccato dai tir parcheggiati in divieto. E l’Aurelia Bis? Sempre un miraggio.

Campus e giovani: la città che dimentica il futuro
Savona come città dei giovani e del Campus, dicevano. Ma tra residenze universitarie mai costruite e spazi per l’aggregazione che rimangono solo sulle brochure, i giovani continuano a cercare inutilmente una sistemazione. Gli alloggi per studenti al Priamar, a Legino e il tanto decantato “studentato a Palazzo Santa Chiara” restano solo annunci.

Turismo: Savona capitale dell’invisibilità
La città avrebbe dovuto trasformarsi in un polo turistico accogliente, con percorsi outdoor e un trekking urbano. Il risultato? Madonna degli Angeli, Conca Verde e la Valle del Santuario sono tutte dimenticate. Mentre il progetto per le E-bike è rimasto un sogno lontano, probabilmente bloccato dal traffico dell’Aurelia.
D’estate le spiagge sono trascurate, invase da orde di turisti senza nessun controllo. Quanto alla tanto promessa città pet-friendly e accessibile, dove animali e persone con disabilità avrebbero dovuto trovare un’accoglienza impeccabile, è rimasta un’ambizione sulla carta. Le spiagge “a misura di tutti”? Solo nei sogni.

Smart City: la città che non si accende
Savona doveva essere smart, connessa, tecnologica, un esempio di città del futuro. Il grande progetto di Realtà Aumentata si è ridotto a cittadini che, increduli, immaginano  strade e marciapiedi senza buche e cestini svuotati.
In compenso, le luci intermittenti dei semafori malfunzionanti danno un tocco cyberpunk alla città.

Commercio: le serrande abbassate della speranza
Riaprire le serrande era il mantra. Oggi, invece, il mantra sembra essere “chiusura per ferie, indefinite”. Il Mercato Civico, finalmente con l’aria condizionata, attende ancora il rilancio promesso, e i negozi di vicinato sembrano impegnati in una gara di resistenza contro l’abbandono. Molte attività sono andate in crisi, danneggiate dall’insensata pedonalizzazione.

Comunità: solidarietà in pausa
Nonostante gli sforzi della Giunta, i risultati tangibili sono ancora pochi. La raccolta dei rifiuti è inefficace, la nuova viabilità ha creato disagi e la riqualificazione di Piazza del Popolo è ferma. I cittadini, con pazienza ormai al limite, attendono che alle parole seguano fatti concreti. “Pulizia delle strade e verde urbano prioritari” dice l’Agenda. Invece, le aiuole somigliano a giungle in miniatura e le strade a set di film post-apocalittici. I cestini dei rifiuti continuano a traboccare di sogni infranti. La differenziata spinta? Più che altro spinta fuori controllo.

Rigenerazione urbana: interventi fantasma
“Valorizzare il Priamar” e recuperare gli edifici storici erano pilastri del programma. Eppure, il Priamar è ancora lì, silenzioso e dimenticato, mentre Palazzo della Rovere appare come un cantiere abbandonato. La riqualificazione urbana si limita a qualche ritocco di facciata nei sogni dei cittadini.

Grandi Distretti di Trasformazione: grandi speranze o grandi illusioni?
Savona vanta alcuni “distretti di trasformazione” destinati a rappresentare l’identità della città. Almeno, così si legge nell’Agenda. Vediamo la realtà di questi distretti che, per ora, sono più cantieri ideali che reali.

  1. Distretto Piazza del Popolo e Orti Folconi: questa area doveva rappresentare la sfida per una Savona moderna e innovativa. I quattro obiettivi principali? Ancora in fase di elaborazione. L’idea di un ponte pedonale sul Letimbro suona romantica, ma a giudicare dai tempi, potrebbe servire un traghetto prima del ponte.
  2. Distretto Stadio – Campus – Legino: un distretto pensato per integrare il Campus e valorizzare Legino. Il risultato? Più che un distretto, un deserto. Lo stadio Bacigalupo attende ancora di essere totalmente  riqualificato, mentre le aree ex-CSI sembrano più pronte per un documentario sulle rovine urbane.
  3. Distretto ex Area Mottura e Fontana: Uso temporaneo? Servizi per il quartiere? Le uniche attività temporanee sembrano essere i parcheggi abusivi e i graffiti spontanei.
  4. Waterfront Levante: Doveva diventare la “porta della città,” ma la chiave è stata smarrita. La concertazione con APS è ancora in corso, mentre la mobilità cittadina e il rapporto con il Porto restano temi aperti. Forse ci sarà un progetto completo entro il 2030… forse.
  5. Waterfront Ponente: una lunga spiaggia valorizzata e integrata nel contesto urbano. Al momento, però, il contesto è di degrado e abbandono, mentre i quartieri come Fornaci e Zinola attendono progetti concreti per migliorare la qualità della vita. Meglio evitare giudizi sulla costruenda passeggiata sulla spiaggia.

Sport e Savona: dai pilastri al pilastro cadente
Lo sport, ci assicuravano, sarebbe stato uno dei pilastri fondamentali del welfare municipale. Un pilastro così fondamentale che, a giudicare dalla situazione attuale, dev’essere stato realizzato in cartongesso.
Sport e accessibilità? Lodevole l’intento di garantire accesso agli impianti a tutti, ma gli spogliatoi sono rimasti un tributo all’architettura vintage anni ’70.
Sport agonistico come eccellenza cittadina? Il nostro “volano turistico” si è trasformato in un volano inceppato. Lo stadio Bacigalupo non è  in grado di ospitare eventi sportivi di un certo rilievo.
Impianti sportivi? La nuova struttura polifunzionale promessa nel programma è rimasta nel regno delle utopie. E il secondo lotto della piscina Zanelli? Forse sarà completato quando i savonesi avranno imparato a nuotare nei marosi dell’Aurelia Bis ancora incompiuta.
Sport e scuola? I ragazzi dovevano essere coinvolti in un grande progetto sportivo. Alla fine, l’unica gara è quella contro il tempo per uscire da Savona prima che inizi l’ennesima promessa mai mantenuta.
E l’efficientamento energetico degli impianti? Forse hanno frainteso e pensato che il risparmio energetico si ottiene spegnendo le luci e chiudendo le porte degli impianti.
In conclusione, lo sport a Savona è rimasto un concetto filosofico, un ideale irraggiungibile

Queste Linee Guida erano un sogno.  Oggi, sono un promemoria che a sognare troppo in grande si rischia di perdere di vista la realtà. È tempo di dire basta e chiedere che le promesse si trasformino finalmente in fatti concreti.

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