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DISERTIAMO LE URNE

La scelta del paese sarebbe stata varare norme per la crescita. Facendo a livello per lo meno propagandistico tagli verticali alla casta, proponendo subito un nuovo modello elettorale in modo che il povero operaio o il meno povero borghesuccio di quartiere avesse la sensazione che il timone fosse stato preso da uno con le palle. Tecnico ma con gli attributi. Invece niente. Seguendo le direttive libresche di una incerta filosofia economica che fa acqua da tutte le parti, si è cominciato a bistrattare il popolo caprone, quello che comunque il voto lo darà. Sarei pronto a scommettere che con tutti i casini noti o sospetti che ha la Lega qualche bella percentuale magari la piglierà. E i popolo della libertà no? Ma certo…e i pd senza sta minchia di elle? Et come non. Siamo al due maggio e la festa dei lavoratori è stata connotata da concerti e minchiate varie che non hanno dato il senso della situazione in cui si trova il popolo, capra fin che si vuole, ma fatto di lavoratori. Pardon ex lavoratori.E proprio a ridosso della festa del lavoro i nostri tecnici, i professori,i masterizzati hanno subito dato un segnale chiaro e forte. Hanno subito nominato tre tecnici di cui uno col pedigrée che dovrebbero fare il lavoro per cui erano stati chiamati loro. Ma che aveva avuto Napolitano la sera che ha nominato Monti? Si era dimenticato di Bondi? Ed ora con questi tagli appena annunciati, che potremmo chiamare trasversali, perché di verticale hanno nulla poca strada faremo di nuovo. Prepariamoci ad un ‘Iva del 23. E speriamo che il segnale chiaro e forte sia quello di non andare a votare.

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