Ma che fine ha fatto Rutelli? E Lusi? Bertolaso è in pensione se non sbaglio. Scaiola invece? Missing in action. Nel caso di Scaiola ci sono già tre scivoloni a gamba tesa. Da Teardo (beati i giovani che non sanno), a Biagi per arrivare ad Anemone e la casa “a sua insaputa”. Milanese ha rinunciato all’incarico, dimostrando comunque che, pur con i suoi trascorsi, ha la faccia di gomma. Formigoni si è difeso come il miglior Berlusconi. Belsito, Boni, nomi scelti a caso. Futuri scheletri negli armadi come il figlio di Bossi che ha avuto un trattamento di riguardo come si usa fare con i bambini. Ogni parola un tema. Che a dire il vero non viene neppure sfruttato in questi tempi di campagna per le amministrative propedeutiche a quelle ben più importanti che incombono a breve. Come mai questo buonismo che puzza tanto di consorteria? La Banda (scuasate la Casta) tace. Si coprono uno con l’altro. Ma, citando veramente a caso e a memoria, Alemanno (e le Tanzivacanze), Andò (cognome, non verbo) che sta tornado sulla breccia dopo gli scandali della prima repubblica. Massimo Maria Berruti ,Brancher (tralasciando il suo curriculum citeremo solo il link con i furbetti del quartierino). Matteo Brigandì. Antonio Buonfiglio. Giampiero Cantoni. Cuffaro Salvatore. Dell’Utri. Raffaele Fitto…. E, pur avendone saltato qualcuno, siamo solo alla lettera effe. L’elenco è molto lungo. Sarà mica a loro che il presidente Napolitano ha pensato parlando di un ritorno alla politica e di una ricostruzione del sistema dei partiti?