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Dibattito aperto

E’ da almeno due anni che si stanno facendo strada valutazioni “critiche” sulla corsa al gigantismo navale. In Italia il principale esponente di questa corrente critica e’ il prof. Bologna, che sostiene che il fenomeno abbia basi fondamentalmente finanziarie, più che produttive e che, ancora una volta, corrisponda al vuoto della politica mondiale, che soggiace alla volontà delle grandi società armatoriale, spesso partecipate o controllate da fondi sovrani o direttamente da banche, per imporre investimenti infrastrutturali, necessari per ospitare navi simili, che i governi non possono seguire o possono seguire a fatica, con l’unica eccezione della Cina e, in parte, del far east. Ci sono anche armatori storici, come Evergreen, numero 4 del ranking mondiale dei contenitori, che non hanno seguito la corsa e che si sono fermate alla dimensione massima 14.000 teu, sulla base di valutazioni finanziarie, ma anche logistiche, con la maggiore possibilità che quella dimensione (normalmente lunghe ca. 370 mt per 47/48 di larghezza, 19 file di cntrs), siano compatibili con la maggior parte dei porti di destinazione finale, saltando a piè pari il trasbordo, che è un costo totalmente a carico dell’armatore. E’ un dibattito estremamente interessante, che a Savona non si fa, per la pochezza dei gruppi dirigenti savonesi; un dibattito che mette il dito direttamente nella piaga ponendo la domanda delle 100 pistole: chi governa l’economia? La politica o la speculazione?

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