Depositate in Regione osservazione sulla VIA
per la concessione idrica in ACNA.
È una mobilitazione generale per evitare che sia concessa l’autorizzazione alla Syndial, proprietaria del sito ACNA a Cengio, di accedere allo sfruttamento delle acque del Bormida attraverso una concessione idrica quindicennale senza un apparente valido motivo industriale.
I sindaci di venti comuni piemontesi inviano alla Regione la richiesta di evitare la concessione di tale autorizzazione. Stiamo parlando di uno sfruttamento fuori luogo di 300 litri al secondo, esagerato per il solo impiego finalizzato al completamento delle opere di bonifica, visto che tra l’altro l’azienda dispone già a monte del sito di due grandi derivazioni idriche. |
Ricordiamo che la concessione idrica è il principale strumento attraverso il quale l’ACNA in passato ha devastato il territorio utilizzando le acque del Bormida per i propri processi produttivi per poi reimmetterle nel fiume altamente inquinate.
La Syndial, nei documenti presentati a progetto, fa riferimento a “futuri sviluppi industriali” dell’ex area ACNA senza mai specificare quali e tantomeno senza presentare un calcolo dettagliato circa il reale fabbisogno idrico riconducibile al completamento della bonifica.
La preoccupazione è tanta in quanto questa inopportuna e ingiustificata richiesta potrebbe essere il preludio all’insediamento di qualcosa già visto.
Dopo la presentazione di un’interrogazione parlamentare in merito alla questione, sono state depositate in regione Liguria, ente preposto al rilascio della Valutazione di Impatto Ambientale il cui nulla osta aprirebbe la strada alla concessione delle autorizzazioni definitive, delle osservazioni da parte del gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, attraverso il Consigliere Regionale Andrea Melis, con la quale si pongono rilievi nel merito e chiarimenti sull’intero processo.
“Restiamo in attesa dei prossimi passaggi che seguiremo con attenzione e, come già affermato in passato, riteniamo che nel sito ACNA ci debbano essere garanzie certe di completamento entro date vincolanti, oltre che verifiche sulle opere di messa in sicurezza, assicurando la compartimentazione come previsto dal progetto e la totale intercettazione delle acque superficiali e sotterranee, sia poi avviata una efficace e decennale campagna di monitoraggi ambientali e soprattutto che non debbano essere insediate attività “pesanti”, o peggio inquinanti, tali da creare alterazioni significative allo stato dei luoghi con il rischio di minare nel tempo l’efficacia delle opere di bonifica realizzate.”
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