Demenzialità conclamata del ” patto di stabilità” delle P.A. Più o meno tutti hanno sentito parlare e quelli che hanno a che fare nella P.A. lo temono come un vampiro pronto a succhiargli il sangue del ” patto di stabilità”.
Quella cosa che sarebbe anche giusta se fosse stata concepita bene e applicata meglio. Senonchè chi l’ha concepita non si è accorto del banale errore della sua applicazione e chi ne esige l’applicazione evidentemente o è un coglione oppure non nè ha capito la finalità!
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In breve: in un bilancio di una P.A. qualunque, Regione, Stato, comuni e società dipendenti da enti pubblici, per evitare quello che era sempre successo e cioè lo spendi e spandi a piacere intanto poi ci sarà chi ripianerà il tuo debito, da qualche anno è stato introdotto il principio della parità di bilancio. A seguito di questa parità che dovrebbe essere ” tu hai introiti certi per 100 euro quindi puoi spendere 100 euro” sia che tu me li piazzi come uscite nella parte “corrente” sia nella parte “investimenti”. Quindi controllo sulle uscite che sono state quantificate da bilanci precedenti e controllo anche sulla gestione del personale che deve fare una bella cura dimagrante. Cosa buona e giusta. A fronte di questo patto, che anche il bilancio dello stato ha sottoscritto, lo stato stesso ha ridotto i finanziamenti agli enti sottoposti consentendo però agli stessi di stabilire nuove entrate, entro certi limiti, a sopperire ai minori finanziamenti.
Ci sono state storture nell’applicazione per cui gli enti che erano più virtuosi, cioè avevano mantenuto una spesa corretta anche nella gestione del personale si sono trovati penalizzati rispetto ad altri meno virtuosi che invece si sono trovati avvantaggiati perchè già su standard superiori. Ma la cosa incredibile è questa: gli investimenti. per investimenti la P.A. intende le spese sostenute per il buon andamento dell’ente, quali rifacimento manto stradale o piazze, manutenzione fogne e illuminazione etc. Per effettuare questi investimenti l’ente provvede normalmente con l’accensione di un mutuo o con la richiesta all’ente superiore. Tutti investimenti per modo di dire perchè non comportano alcun rientro finanziario a meno che l’ente non aumenti il costo dello smaltimento delle fogne oppure non metta dei tratti stradali a pagamento. I veri investimenti sono, lo sanno tutti, sono quelli che a fronte di una spesa iniziale provocano un rientro finanziario. Il patto di stabilità imposto da quei soloni della Bocconi e dai loro compari europei del Bilder non consente di investire nel fotovoltaico ed eolico perchè per farlo l’ente deve reperire un finanziamento tramite mutuo ed i mutui sono consentiti in misura talmente minima per cui non si può finanziare nemmeno il tetto di una scuola. Bene, bravi coglioni! Tutti vogliono sostituire i combustibili fossili con le energie rinnovabili; danno anche foti incentivi ma non consentono agli enti di accedere ai finanziamenti a causa del patto di stabilità. Circolo vizioso oppure tentativo di mettere in mano a privati anche gli enti pubblici? Ai posteri, quando ci saremo tolti dalle palle questi governi inetti e questa europa capace solo di penalizzare, l’ardua sentenza.
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