Declassamento del lupo da “particolarmente protetto” a “protetto”

Con un emendamento, presentato in commissione bilancio della camera dei deputati, l’onorevole leghista Francesco Bruzzone (unico eletto nella circoscrizione savonese) è riuscito a far declassare il lupo da “particolarmente protetto” a “protetto”.
Una norma che rimarrà sulla carta, fino a quando l’Unione Europea non avrà completato l’iter burocratico di effettivo declassamento del colpevole della morte di Cappuccetto Rosso.
L’iniziativa, partita da Bruxelles su pressione delle lobbies agricole e venatorie è stata osteggiata non solo dalle associazioni animaliste ma, soprattutto, dagli scienziati che studiano e conoscono il lupo.
Osservatorio Savonese Animalista (OSA) e Partito Animalista Italiano (PAI) ricordano infatti che i futuri piani di abbattimento dei lupi, secondo gli esperti, sono inutili a tenerli lontani da mandrie, greggi, aie e stalle, perché attireranno altri soggetti.
La difesa degli allevamenti si fa invece con stalle, stazzi e recinti robusti o elettrificati e, per animali al pascolo e nelle aie, con cani da guardiania acquistati con fondi pubblici già disponibili.
Ma mentre gli agricoltori, ed i cacciatori prestati alla politica (e viceversa), hanno l’idea fissa del fucile, il mondo e la scienza vanno avanti: è alla studio un ormone, simile a quelli del lupo, da spalmare su corna e velli del bestiame, che inganna il fiuto dei lupi in caccia, facendo loro credere che la zona è già “proprietà” di un altro branco.

Condividi

Lascia un commento