da pilotina blog

Spedito da: Ütri-Zena-Repubblica delle Banane Pubblicato il: 07 gennaio 2014 alle 14:26 Paceco Un caro saluto al timoniere e alla ciurma Ligurian Ports, un bel nome per un’istituzione, con quel bel suono britannico che sicuramente piace ai mercati. Un nome altisonante, che sembra dire “occhio che siamo una cosa sola, non provocateci”. Bel nome per un’entità che non esiste. Molto a ponente della Lanterna si sta costruendo una piattaforma a destinazione mista transhipment-gateway, altamente automatizzata che renderà un apporto modesto all’occupazione locale, pretendendo un bel sacrificio in termini di vivibilità e ambiente alle popolazioni del territorio, da sempre fortemente contrarie all’opera (opera o scempio sarà il tempo a giudicarla). Molti paventano l’ipotesi che questa nuova infrastruttura provocherà una migrazione di Maersk da Voltri a Vado, sicuramente un’ipotesi da prendere in considerazione. Però è curioso come una certa autorità europea con sede in Danimarca (ma guarda un po’ che caso) si stia recando a Vado ad indagare sui lavori. Ma sicuramente la piattaforma Canavese, pardon, Maersk vedrà la luce. Resta da vedere se un’opera pensata e progettata in altri contesti economici si ritroverà a produrre utili. Ma forse la Maersk ha già pensato a come mettere una toppa, no? Ma no dai…poi pensandoci bene che bisogno avrebbe Maersk di mettersi alle terga un’autorità europea quando potrebbe tranquillamente agire sul modello Wilhelmshaven? Ricordate? Il mega-porto che Maersk Terminals adibì a scalo per le supercarrier e bla bla bla. Vuoto, abbandonato da Maersk ancora prima che le Triple E solcassero i mari. Già, ma Maersk line e Maersk Terminals agiscono sempre in comunione di intenti…sciocco pensare diversamente. Comunque a Vado si costruisce un piattaforma da 700k teus, con un solo accosto e altamente automatizzato. Forse. Se ci spostiamo sotto la Lanterna troviamo invece un gigante dai piedi di argilla. Un porto che si estende per più di venti chilometri sulla costa, con qualcosa come venticinque chilometri di banchine. Un porto che può vantare spazi che nel Mediterraneo pochi possono sognare. Peccato sia a Genova però, città che dorme nel cappello vantando glorie passate da secoli. E poi c’è l’Appennino, e il terzo valico che solo ora dopo trent’anni di caciara si inizia a scavare. Alla luce dei soliti problemi che tutti conosciamo ci sono però alcune ipotesi di sviluppo. Intanto ci sono le opere in cantiere, il Bettolo e il Ronco-Canepa, per dirla alla maniera spiccia del commendator Spinelli. Calata Bettolo sarà il vero terminal alti fondali di Genova, parliamo di 17,5 m, notevole, davvero. Data la sua distanza da Sestri avrà probabilmente gru in grado di servire le ultime generazioni di portacontenitori, ma per questa conferma aspettiamo sempre il presidente Merlo. Quindi il terminal Bettolo sarà un terminal altamente automatizzato, il primo di questo tipo in Italia, con un accosto doppio da 750m e capacità annua di 700k teus. Ah, sarà di proprietà di MSC, che in un’ottica d’immediato futuro porterebbe qui le 12000 teus che oggi scalano a La Spezia. Resta da capire chi sia il doppione tra Bettolo e Vado. Comunque il terminal sarà paralizzato, o meglio, poco utilizzabile fino a che non sarà costruita una nuova diga che allarghi lo spazio acqueo di fronte alla banchina. Già già, la nuova diga che sicuramente nel giro di pochi anni sarà pronta. Si si. Addentrandoci poi nel bacino di Sampierdarena, anzi proprio a ridosso dell’aeroporto, troviamo un terminal ambizioso, il terminal dei Messina che si sta attrezzando per le vecchie-nuove navi da 5000 teus. Il riempimento Ronco-Canepa e in seguito il Canepa-Libia aumenteranno parecchio gli spazi del terminal, creando una banchina dapprima di 600m e infine di 900m. Il problema sarà il cono aereo. Difficile pensare che le gru low profile di cui dispone attualmente il terminal per le sue navi da 1500 pezzi si adeguino a servire le 5000 teus che si vorrebbero al terminal. Anche li si scommetterà su un terminal castrato in partenza. Tralasciando tutti i discorsi di natura infrastrutturale che sorgono parlando del porto genovese, resta da vedere se questi interventi in cantiere riusciranno a risolvere l’impasse in cui ciondoliamo da anni. A Levante, un porto che fino a poco tempo fa le crociere le posteggiava in rada ora si è astutamente inventato una banchina che, lecitamente o no, puzza ancora di nafta e merce. Livorno non ci sta, Genova si indigna ma col ghigno di chi la sa lunga, indietreggia in seconda linea. D’altronde, al momento, la prima bocca di fuoco della portualità italiana ha troppa carne sulla brace per schierarsi apertamente contro qualcuno o qualcosa. Checché se ne dica per una riforma dei porti degna bisogna ancora parlare il politichese. Quindi toni bassi, sorrisi e compromessi. Che a ben pensarci è un atteggiamento che fa a pugni con l’idea stessa di riforma “degna”. Tornando alla Spezia, non solo ci si muove sulle crociere, ma si preparano mosse succose sui container, con la turca Arkas (ma non erano quelli che in tempi recenti volevano investire su Genova?) pronta ad entrare al 40% in terminal del Golfo, a patto che si accordino lavori per 100 milioni di euro per ampliare il terminal. Forcieri soddisfatto gongola, pronto a rubare a Merlo la corona di primo gateway italiano. E anzi, per nulla preoccupato dell’eccesso di offerta che si prefigura tra Liguria e Toscana (Vado, Bettolo, Piattaforma Europa) rincara la dose, sicuro di essere nel giusto. Quindi…Savona prende da Genova che prende da La Spezia che prende da Genova e Livorno…e i traffici che restano praticamente uguali… Si prefigurano tempi di vacche magre, con tanti doppioni e pochi traffici. Vincono le smanie di grandezza Savonesi e Spezzine, ma a perdere, oltre che la timidezza di qualcuno a Caricamento, saranno tutti. Dumping, concorrenza interna e chiusura mentale, che condite con un campanilismo medioevale ci trascinano tutti a fondo. Senza andare a parlare di Assoporti, questo è l’affiatamento dei Lingurian Rattellaments, pardon, Ports. Spedito da: Genova Pubblicato il: 08 gennaio 2014 alle 02:34 giorgio.carozzi Caro Paceco, approfittando del fatto che non è stata ancora ripristinata la regola che restringe ad un massimo di 1000 battute la stesura dei post, hai cercato di fare il furbo e soprattutto di rubarmi il pane di bocca… Vuoi prendere il mio posto? Per chi lavori e chi ti ispira??? Comunque, complimenti: non avrei saputo fare meglio, condivido e apprezzo anche se mi hai sfilato almeno cinque pallottole dal tamburo. Ma vedi di contenerti, anzi: contenetevi tutti e benedite la sintesi come una virtù. Adios!

Condividi

Lascia un commento