In sintesi il WWF scriveva:
“ Il carcere sorgerebbe su un crinale impervio e boscato al confine fra i Comuni di Quiliano e Savona a poche centinaia di metri in linea d’area dalla sede dell’Ata. Oltre al carcere si tratterebbe di realizzare imponenti opere di urbanizzazione, in quanto la zona attualmente è priva dei collegamenti stradali che si renderebbero indispensabili per ospitare i detenuti.
Considerando che
– visto la notevole acclività ed impervietà dell’area e le ridotte dimensioni del sito;
– i problemi logistici determinati dalla località prescelta, le problematiche legate anche alla mancanza di spazi per gli alloggi delle guardie, i laboratori, le aree per le attività di riabilitazione dei detenuti;
– visto che l’area è attualmente anche ricoperta da boschi e vegetazione arbustiva e sottoposta a tutela ai sensi del Dlgs 42/04 (Codice dei beni culturali e del paesaggio);
– per la realizzazione dell’opera sarebbero necessari notevoli finanziamenti per poter eseguire impattanti opere di rimodellamento dei versanti con conseguenti asportazioni di notevoli quantità di terreno e con elevatissimi costi per le opere di urbanizzazione;
– l’area interessata dalla prevista struttura, è sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi della Legge 3267/23;
– la zona è classificata come ANI-MA dall’assetto insediativo del PTCP;
– l’area è ricompresa nei reticoli idrografici TORRENTE QUILIANO e RIO MADONNA DEL MONTE, iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, tutelati dal DLGS 42/04 art.142;
– l’area è classificata a suscettività MEDIA al dissesto dal Piano di Bacino della Provincia di Savona;
– nell’area circostante in Comune di Quiliano è presente un sito archeologico denominato “San Pietro in Carpignano” individuato nel “PTCP Livello locale EMERGENZE E SISTEMI DI EMERGENZE”, tutelato in quanto sono presenti una Chiesa medioevale con sepolcreto tardoantico ed altomedioevale e resti di un insediamento abbandonato presso la via romana;
Inoltre per la realizzazione dell’infrastruttura vanno eseguiti scavi profondi che potrebbero recare danni alle falde vista la presenza in loco di reticoli idrografici.
La scrivente Associazione considera inadeguata dal punto di vista logistico, paesaggistico-ambientale ed archeologico l’area in questione.
Alla luce di ciò la scrivente Associazione invita le S.V. ad individuare un’alternativa ….per i vari e ben noti problemi che comportano, trovando una soluzione diversa più compatibile dal punto di vista della conservazione dei beni ambientali, paesaggistici e della logistica; proponendo l’apertura di un «tavolo di concertazione» finalizzato a trovare una idonea soluzione “.
Le osservazioni del WWF non vennero probabilmente prese in considerazione dagli Enti competenti ed il PUC fu approvato con tale destinazione in una zona classificata anche allora dal Piano di bacino come PG 2. Resta il fatto che comunque il progetto del carcere fu approvato proprio a Passeggi. Restano però ancora alcune domande irrisolte: e l’affidamento dei lavori aggiudicati nel 2007 (come apparso allora su organi stampa) per la costruzione del Carcere ed i fondi stanziati che fine hanno fatto?
Attendiamo riscontri in merito.
WWF Italia Il Delegato Liguria Piombo Marco