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Crisi a Savona

CRISI OCCUPAZIONALE A SAVONA
La situazione economica della provincia di Savona è sempre più grave.
E’ notizia di questi giorni che sono stati persi in un anno 5.000 posti di lavoro e che lavorano attivamente solo 4 persone su 10…
Molti giovani non riescono a trovare un lavoro e quando lo trovano è in nero o precario, ma la crisi colpisce anche i lavoratori più anziani ed in questo caso ha spesso risvolti ancora più drammatici.

La mancanza di lavoro o la sua precarietà non incide solo sul reddito delle persone ma colpisce anche la loro dignità, la possibilità di far valere i loro diritti, in altre parole rende tutti più poveri e ricattabili e si ripercuote anche sul commercio e sul turismo.

Non solo, ma la scarsità di occasioni lavoro rischia di spianare la strada ad interventi (tipo l’ampliamento della centrale a carbone o la piattaforma di Vado o, ancora, il rilancio del nucleare) che sono visti come gli unici rimedi alla crisi occupazionale.

Dobbiamo opporci con forza alla prospettiva che per creare nuova occupazione bisogna mettere a repentaglio l’ambiente o la salute, così come dobbiamo opporci a quella (il metodo Fiat, per intenderci) che vede nella limitazione dei diritti di chi lavora l’unico modo per mantenere in Italia le aziende.

E dobbiamo richiamare tutti alle loro responsabilità, prima tra tutti l’Unione Industriali che attraverso il suo direttore, presidente ora anche della Camera di Commercio, si duole in questi giorni delle difficoltà dell’economia locale e della stagnazione del “tasso di imprenditorialità”.

Se infatti oggi lamentiamo la caduta dell’occupazione è anche perché negli anni scorsi le maggiori industrie savonesi ed i più noti imprenditori locali, invece di investire in nuove attività produttive, si sono lanciati alla rincorsa della speculazione edilizia.

E’ però anche necessario smascherare le nefandezze del governo della destra che spaccia per rilancio dell’economia la privatizzazione delle spiagge, l’abrogazione dei controlli alle imprese (anche quelli sulla sicurezza??), la realizzazione di nuovi porti e la cementificazione del territorio.

Bisogna dire basta con la protervia di Berlusconi che in questo periodo di crisi, invece di tagliare posti di governo e sottogoverno riducendo il numero dei ministri, aumenta a dismisura quello dei sottosegretari per pagare, con i soldi di tutti, le cambiali che ha firmato per salvarsi dalla sfiducia.

La sfacciataggine di questa destra è evidente ed il suo malgoverno colpisce tutti noi, cerchiamo almeno di evitare che contagi anche Savona.

La straordinaria riuscita dello sciopero generale indetto dalla CGIL è un buon punto di partenza, ma ora è necessario che ci sia una grande mobilitazione di tutte le coscienze democratiche per sconfiggere la politica della destra, a livello generale e locale, e per proseguire al più presto con la costruzione di un nuovo centrosinistra.

Sergio Acquilino

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