Costa Crociere

Costa Crociere
Forse mi sbaglierò, ma non ho visto in nessun programma elettorale, nemmeno in quelli dei candidati del mio partito, alcun accenno alla questione dell’attracco al porto di Savona delle navi della Costa Crociere. Come ben si nota dalla fotografia, anche quando esse sono ormeggiate al porto, e quindi non in movimento, una evidente traccia di fumo esce dai camini, segnale inequivocabile che le navi continuano a far girare, seppur al minimo, le loro possenti turbine.
D’altronde questo rientrava negli accordi che la Costa aveva stipulato a suo tempo con l’autorità portuale di Savona, come una delle condizioni imposte dalla compagnia per aver scelto il nostro porto anziché altre località per i propri scali. E’ chiaro che in questo modo, non allacciandosi quindi allo”spinotto”del porto, le navi della Costa risparmiano sia la”bolletta energetica” da corrispondere al porto stesso che un bel po’di proprio carburante che altrimenti occorrerebbe per la riaccensione delle proprie mastodontiche macchine. Ma dove mettiamo tutte quelle emissioni di  polveri sottili dai camini, che sono pari a quelle di migliaia di veicoli che transitano ogni giorno? Costituiscono il prezzo da pagare per i proventi apportati al turismo della città da migliaia di passeggeri , proventi peraltro assai modesti visto che i passeggeri dispongono in nave di ogni ben di Dio, e visto inoltre che la città non è in condizioni di fornire strutture ricettive adeguate per questo genere di turismo? Si dà il caso che due miei pazienti che risiedono nella zona di S.Lucia, che si affaccia verso il porto, proprio nei giorni che le navi sono ferme in rada vedono le loro rispettive malattie subire una riacutizzazione, sotto forma per entrambi di crisi dispnoiche: uno è un signore sulla quarantina affetto da asma allergico, l’altro un anziano che soffre di bronchite cronica ostruttiva; sono 2 patologie respiratorie sulle quali il Dott. Franceschi ne sa ovviamente molto più di me. Ma che mai importerà alla Costa di creare questi”disagi”? Che mai, soprattutto, ne importerà all’Autorità portuale, visto che non si fa scrupolo alcuno di voler assolutamente costruire la megapiattaforma Maersk in quel di Vado?
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