Savona, città di mare e di tradizioni, ma ultimamente anche di… ingorghi. L’ultima trovata dell’amministrazione cittadina iniziata oggi sembra più un esperimento sociologico che una strategia di mobilità: rivoluzionare la viabilità del centro. Il risultato? Una trama degna di una soap opera, con protagonisti automobilisti esasperati, vigili urbani a corto di pazienza, e un sindaco che sembra aver confuso le strade con un labirinto.
Piazza Mameli: l’epicentro del caos. La nuova viabilità ha reso Piazza Mameli, già cuore pulsante del traffico savonese, un imbuto a cielo aperto. Chi arriva da Albisola e vuole raggiungere Villapiana si trova in un percorso a ostacoli degno di un videogioco: niente più scorciatoie, solo giri interminabili per via Paleocapa, svolte obbligate in via dei Vegerio e un nuovo senso unico che fa rimpiangere il vecchio caos, quello almeno prevedibile.
Ma il lunedì, con il mercato? Lì si sfiora il capolavoro: vie chiuse, traffico paralizzato e automobilisti che sembrano impegnati in una caccia al tesoro senza mappa. La ciliegina sulla torta? Naturalmente il tratto di Corso Italia pedonalizzato non solo svuotato di auto ma anche di persone, un deserto
Mentre i vigili urbani cercano di contenere il disastro con la pazienza di monaci zen, piovono su di loro insulti e improperi. Certo, non sono loro gli autori del “capolavoro” urbanistico, ma come dice qualcuno sui social: “Solidarietà ai vigili, ma non a chi li dirige”
La cittadinanza, ormai stanca, si unisce in un coro di sdegno. “Come si può pensare a una soluzione del genere?” si chiede il consigliere comunale Orsi tra rabbia e incredulità. E ancora, la solidarietà ai vigili viene accompagnata da un’accusa tagliente: “Chi comanda ha mai parlato con loro o con i cittadini esasperati? Oppure preferisce contemplare il deserto di Corso Italia?”
Savona si trova dunque a fare i conti con una scelta che sembra accontentare pochi e scontentare molti. Le strade, invece di unire, dividono: cittadini contro amministrazione, automobilisti contro vigili, e un sindaco che, anziché dirigere il traffico, sembra aver aperto un corso di sopravvivenza urbana.
Forse è il momento di fermarsi e ascoltare. Non sarebbe più utile coinvolgere chi vive la città ogni giorno, anziché imporre soluzioni calate dall’alto? Se è vero che ogni cambiamento ha bisogno di tempo, è altrettanto vero che ogni amministrazione ha il dovere di non far rimpiangere ciò che c’era prima.