A livello istituzionale, le denunce non sono mancate. Tra i primi a segnalare anomalie sono stati l’Assessore all’Urbanistica della Regione Liguria, Marco Scajola, e il Vice Direttore Regionale al Territorio, Pier Paolo Tomiolo, che si sono espressi più volte sull’argomento. Anche l’Ufficio Abusivismo della Provincia e il Difensore Civico Regionale, Francesco Cozzi, hanno affrontato il tema, ma il nodo centrale rimane ancora irrisolto.
Nonostante le denunce, i pareri tecnici e l’attenzione dei media, l’operazione “Colonia Bergamasca” non ha visto sviluppi concreti. Il risultato è un susseguirsi di segnalazioni che sembrano perdersi in un limbo burocratico, senza mai sfociare in interventi risolutivi. Un paradosso che sta alimentando ironia e amarezza tra i cittadini. “Aspettiamo che intervengano il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, o magari Ursula von der Leyen e persino Donald Trump, e forse allora qualcosa succederà,” commentano con sarcasmo gli osservatori locali.
La Colonia Bergamasca è diventata simbolo delle difficoltà nel gestire casi di presunto abuso edilizio e delle lentezze che caratterizzano i procedimenti amministrativi in Italia. Non si tratta solo di un problema locale, ma di una vicenda che evidenzia le sfide di un sistema che spesso fatica a garantire trasparenza e tempestività.
Celle Ligure attende risposte. I cittadini e gli attivisti locali continuano a chiedere un intervento deciso che faccia finalmente chiarezza sulla vicenda, restituendo dignità e legalità a un territorio che merita di essere valorizzato e tutelato. Nel frattempo, l’attenzione dei media nazionali rappresenta una speranza per mantenere alta la pressione sulle autorità competenti.
Resta da vedere se la Colonia Bergamasca continuerà a essere un caso emblematico di stallo istituzionale o se, finalmente, si arriverà a una risoluzione che possa restituire fiducia nei confronti delle istituzioni.