Vado Ligure – Dei nostri lettori hanno notato che sullo storico stabilimento di materiale rotabile ex Bombardier di Vado Ligure, acquisito nel gennaio 2021 dalla francese Alstom, sventagliano solo dei tricolori italiani.
Che fine hanno fatto la bandiera dell’Unione Europea, il tricolore francese e le insegne dell’Alstom che solo fino a venerdì 10 settembre ondeggiavano all’ingresso dell’impianto di produzione ex Bombardier?
Come più volte evidenziato nei nostri articoli, per il sito produttivo ex Bombardier di Vado Ligure è aperto, da anni, un tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), dovuto alla singolare “crisi” di carichi di lavoro che dalla seconda metà del 2016 interessa lo stabilimento vadese, a causa della perdita di una commessa di treni regionali, commessa vinta da Alstom ed Hitachi Rail. Il fatturato e gli utili, comunque, non sono mai venuti a mancare, ben sostenuti dalle remunerative commesse dei treni Frecciarossa 1000 acquisite in precedenza.
Evidentemente per risolvere in via definitiva la vertenza ex Bombardier, il ministro Giorgetti, per soddisfare la propria base elettorale, punta ad inseguire la linea sovranista di Fratelli d’Italia e si sarà espresso per la nazionalizzazione dello stabilimento Alstom di Vado Ligure.
Ci domandiamo se i vertici dell’Alstom siano a conoscenza di questa originale nazionalizzazione e non abbiano nulla da esprimere in proposito.
Comunque, effettuando semplici ricerche, si potrà constatare che, la storia dello stabilimento di costruzione di materiale rotabile di Vado Ligure ha inizio nel 1905 come Società Italiana Westinghouse, poi diventata Tecnomasio Italiano Brown Boveri (TIBB), successivamente ABB Tecnomasio. Nel 2001 il passaggio alla canadese Bombardier ed infine nel 2021 l’acquisizione da parte della francese Alstom. L’impianto produttivo di materiale ferroviario di Vado Ligure, pur essendo una società che ha sede nel territorio italiano, ha sempre avuto una proprietà riconducibile ad una multinazionale estera.
Visto che il tavolo di confronto al MISE aspetta di essere aggiornato dal 26 novembre 2019, chissà se i tranquilli sindacati metalmeccanici savonesi, nell’interesse dei lavoratori che dovrebbero rappresentare, sono riusciti a concordare con il ministro Giorgetti un incontro in sede istituzionale per definire un piano industriale per il sito produttivo Alstom di Vado Ligure o se la soluzione è stata appunto la nazionalizzazione.
Se l’esposizione del tricolore italiano è stata invece l’ennesima piaggeria per compiacere il politico nazionale di passaggio, probabilmente i sindacati nell’interesse dei lavoratori e le classi dirigenti locali in generale, non si sono ancora accorte che i risultati di queste ruffianerie sono alquanto scarsi e deludenti.
Da ricordare gli impegni, per la soluzione della vertenza delle Funivie, presi dall’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli (PD) in visita a Cairo Montenotte nel febbraio 2020. Ad oggi poco e niente è stato fatto per ripristinare l’infrastruttura di trasporto delle rinfuse, danneggiata oltre che dagli eventi alluvionali del novembre 2019 probabilmente anche dalla scarsa manutenzione, tanto che per i lavoratori viene prospettato un licenziamento collettivo.
Per i sindacati savonesi va sempre tutto bene, anche ricevere un’esponente dell’italico sovranismo e populismo nella storica sede della sala chiamata del porto, per i lavoratori forse un po’ meno.
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