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Cinema: L’ultima mossa del killer

L’ultima mossa del killer, di Jean Claude Lord, con Melissa George, Ryan Scott Greene, Elen Dubin, genere thriller, anno 2010,  durata 90 minuti, produzione Canada.

Stati Uniti. Giovane donna, di nome Kate Fischer, in passato affermata reporter,  si è appena ripresa da un passato caratterizzato da varie vicissitudini negative. L’insegnamento universitario ha funzionato da terapia, le ha fatto ritrovare l’autorevolezza di cui godeva nei giorni migliori.

Alcuni anni prima la sfortuna si è accanita su di lei. Stava indagando  sugli omicidi compiuti da Max Hersog, un killer di donne sopranominato September slayer. Accadde che lungo una sua indagine su quel  killer, ricca di risvolti anche mediatici, Kate e la sua redazione abbiano ceduto alla tentazione di intervistare un uomo che diceva di essere proprio  quel Killer. La curiosità per un possibile scoop  costò cara ad entrambi, in particolare alla donna.

L’uomo  intervistato confermava di essere proprio l’assassino ricercato, Kate portò a termine pazientemente l’intervista, ma alla fine non prese sul serio quanto aveva ascoltato. L’uomo gli pareva affetto da sintomi paranoici di tipo esibizionistico, la paura di passare da credulona prese quindi possesso di lei tanto da portarla a decidere di rinunciare a informare la polizia.

Sfortuna volle che quell’uomo era effettivamente l’assassino, e purtroppo uccise di nuovo, precisamente una ragazza di nome Laura Rose,  dopo di ché  venne catturato e processato.

La donna venne messa all’indice dall’opinione pubblica,  perché ritenuta responsabile di un omicidio che si poteva evitare, Kate perse il lavoro, il marito,  la credibilità professionale, la fiducia in se stessa, rimase sola con un figlio piccolo da accudire.

Dopo alcuni anni la  vita di Kate era sembrata risorgere, aveva ritrovato una preziosa forza interiore, e l’insegnamento universitario la faceva sentire socialmente utile procurandogli soddisfazioni anche atruistiche, cose di cui aveva bisogno per riaffrontare dignitosamente la vita. Ma purtroppo le accadde di nuovo qualcosa di spaventoso.

Qualcuno nelle vicinanze la spia da tempo, la fotografa nell’intimità, dopo di ché non si fa scrupolo  di perseguitarla e tormentarla in vari modi. Kate deve quindi iniziare una nuova lotta, contro un ignoto da cui provengono chiari segni di ostilità.

Thriller ben congeniato, originale per certi aspetti, che solleva la questione di una tipologia di femminicidio legata a un passato recente, costituito da forme comportamentali pre relazionali, frutto cioè di relazioni immaginifiche del tutto fantasmagoriche, prive di un due relazionale-reale. Fantasie che si svolgono lungo un immaginario che richiama il patologico della separazione dalla realtà. Relazioni umane false perché costituite da un unocome negli animali e non da un due, segnate da un personalissimo odio atavico che si è coniugato con proprie esperienze edipiche in buona parte fallimentari.

Ottima regia.

 Biagio Giordano

 

 

 

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